Dopo il caffè anche la pizza diventa “sospesa” e sbarca negli Stati Uniti

Il concept tutto napoletano della consumazione "sospesa" arriva negli Stati Uniti grazie all'iniziativa di Salvatore Di Scala, pizzaiolo napoletano simbolo di solidarietà

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Tutto è cominciato con il caffè. Poi, l’abitudine di lasciare una consumazione “sospesa”, offrendola virtualmente al cliente successivo che non si può permettere di pagarla, si è estesa anche alla pizza. E da Napoli è arrivata negli Stati Uniti, dove è diventata una vera e propria moda. La solidarietà partenopea in chiave Usa sta riscuotendo enormi successi. A esportare il concept della pizza sospesa è un pizzaiolo di Madison di origini napoletane.

L’idea è di un pizzaiolo napoletano, Salvatore Di Scala, titolare di un pizzeria nel Wisconsin

Lui si chiama Salvatore Di Scala, titolare di Naples 15, noto locale della cittadina del Wisconsin, tra i più frequentati in città, perché coniuga la modernità con l’antica tradizione della pizza napoletana, che qui viene ancora cotta in forno a legna, secondo la ricetta tradizionale. L’intraprendente napoletano, che ha lavorato molti anni tra Napoli, Ischia, Francia e tante altre località europee, è infatti iscritto all’associazione “Verace Pizza Napoletana”, che tutela la preparazione originale del prodotto attraverso l’uso di ingredienti tradizionali e certificati. Lui è stato il primo “coraggioso” a esportare l’idea della pizza e del caffè sospeso nel suo locale.

“Fare del bene al prossimo riempie il cuore”: così la pizza diventa “solidale”

“Da napoletano sono cresciuto con quest tradizione, e credo che fare qualcosa per qualcuno che non si conosce, e senza aspettarsi nulla in cambio, riempia il cuore di gioia”, spiega Di Scala. La sua affascinante proposta sta riscuotendo ampi consensi tra i suoi clienti abituali e non, anche perché lasolidarietà si paga a metà prezzo: infatti, chi decide di lasciare una pizza “sospesa”, potrà farlo pagandola la metà del suo costo effettivo. Per chi invece si trovi in condizioni di bisogno e voglia consumare una pizza sospesa, “basta entrare nel locale e chiedere allo staff”. Un motivo in più per cedere alla “tentazione” della pizza e della solidarietà