“Cento passi per la libertà”. Documentario sulla campagna elettorale di De Magistris

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“Cento passi per la libertà”

Documentario di Marco Rossano sulla campagna elettorale di De Magistris

di Giovanni Copertino

Il film del giovane regista partenopeo Marco Rossano è senza ombra di dubbio un lavoro che ha documentato un nuovo modo di fare politica: mediatica, moderna e coinvolgente.

Alla presentazione del trailer del documentario il nuovo sindaco di Napoli si è commosso.

Il documentario “Cento passi per la libertà”, del film maker Marco Rossano, racconta il primo turno elettorale e l’esito plebiscitario nel ballottaggio a favore di De Magistris. Le telecamera si sono insinuate nei numerosi incontri pubblici e nei comizi, con grande partecipazione della cittadinanza, a Ponticelli fino a Secondigliano, nei quartieri spagnoli, Fuorigrotta, Vomero ed in ogni Municipalità di Napoli (ben 9 Municipalità su 10 hanno visto De Magistris vincere ed in alcuni cais trionfare).

Marco Rossano, napoletano, vive e lavora a Barcellona. Sta terminando un dottorato di ricerca in sociologia e più specificatamente di sociologia visuale e di documentari. “Mi interessa molto la politica e da lontano ho seguito le tappe di avvicinamento alle elezioni dello scorso maggio. Ero sicuro che avrebbe vinto la destra – e anche giustamente se ripenso all’amministrazione precedente – soprattutto dopo la vicenda scandalosa delle primarie del Pd” così ci spiega il giovane regista partenopeo.

“Poi è arrivata un po a sorpresa, un pò no, la candidatura di De Magistris, non sostenuta dalla sinistra” questo l’episodio che ha fatto scattare la molla: “Questo è stato il primo episodio che mi ha fatto pensare a un documentario. Il secondo è stato l’enorme partecipazione popolare che si è raccolta intorno alla figura di De Magistris. Quindi due aspetti sono risultati importanti: una candidatura fuori dagli schemi partitocratici appoggiata dalla cittadinanza e, dal punto di vista narrativo, un personaggio outsider. Per fare un paragone con un film potrei dire Rocky. Il dato per perdente, la vittima sacrificale che invece dimostra il contrario e riesce a vincere contro tutto e tutti. Mi ha anche colpito della campagna di de Magistris la disponibilità sua e dello staff e l’utilizzazione enorme dei video.” La candidatura inaspettata di De Magistris ha puntato sopratutto su una campagna giovane e diversa. Così Marco Rossano ha deciso di girare il documentario.

“La facilità con cui ho contattato lo staff mi ha molto impressionato. E’ bastato un semplice messaggio su FB ed un’email ed ho avuto l’autorizzazione ad effettuare le riprese”.

All’inizio il progetto prevedeva riprendere una sola settimana. Quella prima del voto. Poi quando De Magistris è passato al ballottaggio c’è stata l’escalation, nota a tutti, ed il documentario è continuato fino alla vittoria.

Il documentario ha seguito gli scrutini accanto allo staff ed ha raccolto gli umori dei napoletani, che hanno visto nell’ex magistrato l’unica speranza per rinnovare la città così come è accaduto a Milano con Giuliano Pisapia.

Le riprese iniziano con il concerto di Piazza Dante dell’8 maggio. I punti chiave per il candidato sindaco sono innanzitutto tre: spazzatura, camorra e legalità. Nel mirino anche la criminalità organizzata, che impedisce la dignità del lavoro e la trasparenza della pubblica amministrazione. Dalle vie di Napoli, De Magistris non esita a parlare in dialetto ai suoi elettori.

“Quello che ha stupito i napoletani è stata la comunicazione”, insiste Rossano. “De Magistris ha cercato il contatto con i giovani e i cittadini, sul territorio e su Internet attraverso Facebook e Twitter. Sin dal primo giorno delle riprese ci siamo dati del tu, era un rapporto informale. Col passare delle settimane si è trasformato da candidato perdente all’unica possibilità di rinascita per la città”. Infatti, ricorda il regista, “nella settimana che precedeva il primo turno ero l’unica telecamera che lo seguiva (e quella di Road Tv Italia, ndr). Nessuno credeva che avrebbe potuto vincere. Poi, al ballottaggio, era circondato da giornalisti e sostenitori”.

Gli elettori intervistati durante le riprese dei “Cento passi” affascinati dalla sua diversità e dal suo carisma erano fiduciosi perché in grado di cogliere il malcontento della città ed essere l’unica alternativa in grado di migliorarla. “Credono che sia un voto di protesta”, diceva De Magistris poco prima del ballottaggio rispondendo a chi era scettico sul successo del primo turno. A chi lo accusa di frequentare i centri sociali replica che sono “meglio loro della camorra” e spiega che il suo obiettivo è creare una “nuova classe dirigente nel Mezzogiorno”, per “fare uscire la puzza del compromesso morale e fare entrare il profumo della libertà”. Ma ad ogni occasione pubblica chiede l’aiuto dei suoi concittadini per governare la città: “Non mi lasciate solo. Io non vi lascio soli”.

I napoletani, che lo hanno sostenuto con striscioni per la politica della legalità (“De Magistris il mio voto per te è gratis”) lo hanno seguito anche con il classico folklore partenopeo. Gli hanno regalato cornetti portafortuna, (veramente funzionanti, ndr) ma lui ha sempre spiegato che che “servono i voti”. Voti che sono arrivati ed hanno segnato la sua vittoria. Ma ora che “Napoli è stata liberata adesso arriva il momento più difficile”.

A tre  mesi dall’elezione non è poco aver tagliato 105 dirigenti pubblici, tagliato l’utilizzo delle macchine blu, emanato la delibera sui rifiuti e sui bicchieri monouso. E se nel film gli elettori dicono che la vittoria è “un sogno che deve diventare realtà”, per loro la strada da imboccare è quella chiesta dal sindaco. Di non lasciarlo solo.