Tutto cominciò nel Palermo con i “gemelli del goal”: Fabrizio ed Edinson erano diventati amici anche fuori dal campo, avendo già trovato un feeling tecnico naturale.
Così diversi eppure così uniti: Miccoli l’esuberante aizzatore della folla palermitana, Cavani l’equilibrato e pacifico atleta di Cristo.
Il feeling scoppiò nella stagione 2008-2009: 14 gol a testa, Fabrizio ed Edinson divennero i «gemelli del gol» in una stagione positiva, conclusasi con la conquista del meritato ottavo posto.
Una coppia completa e imprendibile, soprattutto in casa: insieme, in quel campionato, Cavani e Miccoli hanno segnato in 6 partite, tutte in casa.
Da ricordare le vittorie su Milan e Roma (in gol entrambi), ma anche le goleade con Chievo, Cagliari e Lecce, firmate e controfirmate dal «Romario del Salento» e dal Matador uruguagio. Nel campionato 2009-2010 Miccoli e Cavani hanno segnato nella stessa partita solo in due circostanze: proprio con il Napoli nel primo turno e nella terzultima giornata, quando i siciliani sbancarono Siena (1-2).
Poi nell‘estate 2010 il tandem si è diviso, con Cavani che realizza il sogno di Miccoli, da sempre fan di Maradona: giocare al San Paolo, nel tempio di Diego.
De Laurentiis lo prevela per una cifra irrisoria considerando il valore attuale del giocatore: cinque milioni subito e 17 milioni il valore complessivo dell’operazione.
A Napoli è tutta un’altra storia. Mazzarri ha infatti l’intuizione di promuovere l’uruguaiano a prima punta, cosa che ovviamente fa saltare le gerarchie e causa l’addio di Quagliarella, che va alla Juve perchè, capito l’andazzo, non vuole fare panchina a vita.
Esordisce in maglia azzurra il 19 agosto 2010 nell’andata dei play off di Europa League contro l’Elfsborg (1-0), subentrando al 52′ a Michele Pazienza. Una settimana dopo firma i suoi primi gol con la maglia partenopea e in assoluto in una competizione europea, decidendo con una doppietta la partita di ritorno in Svezia.
Da quel giorno il Matador ha realizzato goal in tutte le competizioni, è diventato rigorista della squadra togliendo lo scettro a Marek Hamsik e insieme allo slovacco e all’argentino Ezequiel Lavezzi ha costituito la meraviglia tattica di Mazzarri,“i tre tenori” come è stato ribattezzato dalla stampa il tridente azzurro tra il 2010 e il 2012, anno della vittoria della Coppa Italia, ma anche dell’addio del Pocho, che aveva accolto da subito Edinson dandogli anche il suo numero di maglia, il 7, e ripiegando sul ventidue. Grande lo spettacolo in Champions nella stagione 2011-2012 dove il Napoli ha “matato” squadre di valore.
In questa stagione 2012 -2013 partner di Cavani sono Goran Pandev e Lorenzo Insigne, con Hamsik più arretrato rispetto allo scorso campionato.
L’ 8 novembre 2012, in Europa League, sigla l’intera quaterna (prima in carriera) nel 4-2 casalingo contro gli ucraini del Dnipro, compiendo una rimonta da urlo. Nell’ultima partita del girone, in trasferta contro gli svedesi dell’Aik segna su rigore la rete del definitivo 2-1 che sancisce la qualificazione azzurra al turno successivo, firmando contestualmente l’ultima rete realizzata nello storico Rasundastadion prima della sua demolizione.
Ed ecco che ieri 20 gennaio 2013 contro la Fiorentina è arrivato per l’ex rosanero il tanto agognato goal numero 100 in serie A: 34 col Palermo e 66 col Napoli.
Sette le triplette e almeno un goal a ogni squadra che milita attualmente in serie A: Juve, Milan, Inter e non solo lo temono e lo invidiano, tutte lo vogliono e nessuno sa come fermarlo.
Ora è quinto nella classifica dei marcatori in Serie A ancora in attività ed è a pari goal proprio con il suo ex compagno di reparto Fabrizio Miccoli, sopra di loro a 107 c’è il Campione del mondo Luca Toni, facilmente alla portata mentre i primi tre posti vedono Totti a 222, Di Natale a 167 e Gilardino a 154, meno raggiungibili per il semplice fatto che, non me ne vogliano i tifosi, su Cavani ci sono gli occhi delle maggiori società europee e De Laurentiis ha detto che se verranno pagati i 63 milioni della clausola rescissoria e ci sarà la volontà del giocatore nessuno potrà trattenerlo.
Ai 66 goal in campionato col Napoli si aggiungono, sempre relativamente alla maglia azzurra, anche i 6 goal in Coppa Italia, i 19 nelle coppe europee e il goal in Supercoppa Italiana per un totale di 92 reti all’ombra del Vesuvio. L’obiettivo a questo proposito è stato più volte dichiarato: arrivare al record di Maradona, il miglior marcatore della storia del Napoli con 115 reti.
115, un numero che significa tanto non solo perchè è il numero dei vigili del fuoco ma perchè toccarlo e magari superarlo vorrebbe dire ergersi al fianco del dio del calcio, rimanere immortalato nella storia del pallone.
L’impressione è che una volta fatto ciò, una volta eternata così la sua fama, il Matador potrebbe spingersi verso altri lidi dove poter vincere di più a livello di squadra e al livello personale per tentare di porre fine all’egemonia Messi.
L’evenienza c’è e non bisogna illudersi che rimarrà a vita come Cannavaro o come Hamsik, ma ora è utile per i tifosi azzurri non pensarci e godersi questo giocatore per cui gli aggettivi ormai si sprecano: inarrestabile, alieno, fantastico, spaventoso, fortissimo, …
Finchè ci sarà onorerà la maglia che è stata di Diego e cercherà di far sempre più felice un popolo calciofilo che ha tanto sofferto tra fallimento e serie minori e che da qualche anno sta finalmente riassaporando successi e soddisfazioni.
Auguri Matador e 100 di questi … goal!