“Gracias, amigos. Grazie a tutti. Grazie per gli auguri, per la vicinanza e per l’affetto che continuate a mostrarmi. Mi danno forza e sensazioni positive, cose che in tempi di grande paura per la salute di tutti e di grandi sofferenze economiche per tanti sono assai preziose”. Inizia cosi’ la lettera che Diego Armando Maradona, nel giorno del suo 60esimo compleanno, scrive al Corriere dello Sport. “Sessant’anni, si’. Sono pochi o sono tanti? Devo cominciare a sentirmi pure io un po’ vecchietto, oppure no? Beh, l’ammetto, me lo sono chiesto. Ma non so darmi una risposta. Se penso, se ragiono, se mi fido della mia voglia di futuro sono pochi perche’ pensavo e ragionavo cosi’ anche quando di anni ne avevo la meta’ – dice l’ex fuoriclasse argentino -. Se invece penso di fare una corsa, uno scatto, beh, allora mi sembrano tanti. Ma so di chi e’ la colpa: di tutto quel cortisone che per anni e anni mi e’ entrato nella schiena, nelle ginocchia e nelle caviglie per essere in campo sempre e comunque. Perche’ la gente cosi’ voleva; perche’ lo pretendevano gli incassi; perche’ vincere ad ogni costo una partita era l’unica cosa che contava. Ma sia chiaro: non maledico quei tempi. Non credo che a sessant’anni sia gia’ tempo di bilanci, ma non rinnego nulla di quel che e’ stato e di quel che ho fatto. Non ho rimpianti. Non voglio averne”.
Maradona e’ l’uomo che ha regalato grandi gioie al popolo napoletano e a quello argentino, in generale a tutti gli appassionati di calcio al di la’ della fede pallonara. L’ex Pibe de Oro sa anche di aver commesso diversi errori e non ha problemi ad ammetterlo. “Certo, so di non aver fatto sempre cose giuste, ma se ho fatto del male, l’ho gia’ detto, l’ho fatto solo a me stesso, non agli altri. Pero’ da una quindicina di anni ho imparato a volermi piu’ bene e ora sono felice”, assicura Maradona che nella lettera scritta al Corriere dello Sport parla anche dei regali che vorrebbe avere per il suo 60esimo compleanno. “Niente per me. Vorrei che questa pandemia assassina se ne andasse via, questo si’. Vorrei che lasciasse in pace tutti e soprattutto quei Paesi e quei popoli e quei bambini tanto poveri da non potersi neppure difendere – scrive Diego -. Vorrei che qui in Argentina come in tante, troppe, altre parti del mondo fossero sconfitti anche i virus della fame e della mancanza di lavoro che divorano la dignita’ delle persone. E poi, visto che non ce la faccio proprio a non parlare di pallone, vorrei che il mio Gimnasia, prossimo a tornare in campo, dopo novant’anni e piu’ rivincesse il campionato. E se e’ vero che non c’e’ due senza tre, vorrei che un altro scudetto lo vincesse presto pure il Napoli. Lo seguo. Mi piace”.
“Caro Gattuso, vai avanti cosi’: con la tua grinta e la tua capacita’ di fare calcio – sottolinea l’ex capitano azzurro -. Faccio il tifo per te e voglio dirti una cosa: c’e’ gente che si vanta di aver giocato nel Barcellona, nel Real Madrid, nella Juventus. Io mi vanto e sono orgoglioso di aver fatto parte del Napoli. Spero che un giorno possa dirlo pure tu”. E infine la chiusura: “Grazie ancora, amici miei. Vi abbraccio tutti, Forse anche un po’ commosso. Sara’ colpa dell’eta’”.
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