I 7.200 medici che hanno presentato la loro candidatura a coprire i 300 posti banditi dal Ministero per sopperire alla grave emergenza sanitaria impartiscono un insegnamento a tutti.
Non è la conquista di un posto di lavoro ma il mettersi in prima linea al servizio del prossimo. Significa che l’umanità non è smarrita. Queste persone rappresentano oggi i veri Capi di Stato. La guida è nell’esempio che anticipa l’assunzione di una responsabilità. A loro va il più accorato plauso da parte del movimento Meritocrazia Italia e di ogni cittadino.
Dobbiamo ricordare che, negli ultimi venti anni, l’agenda politica è stata costruita su slogan, televisivi prima e veicolati dai social poi. L’effetto è stato il distacco dalle esigenze reali delle persone e la soddisfazione effimera delle pulsioni umorali del popolo.
Questo ha portato a un gravissimo impoverimento generale e alla deriva della cultura del diritto e della libertà, in favore di una promessa di benessere non ancora mantenuta. Le lusinghe di un futuro migliore hanno anestetizzato lo spirito e hanno reso ciechi di fronte all’opera di mutilazione irreversibile dei sistemi di giustizia, sanità, sicurezza, formazione e ricerca. La conseguenza di ciò è stata che molti, senza neppure saperlo, hanno perso l’attitudine ad essere “cittadini” per ridiventare “sudditi”.
Eppure l’esperienza di chi ci ha preceduto nel tempo dovrebbe aver insegnato che con sacrificio ci si può rialzare, e che spesso, per questo, servono tempo, pazienza e tenacia. Siamo la generazione della contestualità, impariamo nuovamente i tempi del giusto raccolto.
Il nostro compito, anche quello di Meritocrazia Italia, è far luce nella notte buia dei valori stabili e concreti alla politica.
Il solidarismo sociale e politico al quale ci sollecita la Costituzione è lettera morta se non ci si mette nella condizione di comprendere le debolezze altrui e di dedicare energie per rimuoverle. Non a caso, le azioni mirate a catturare il consenso democratico, sono quelle che riguardano disagi comuni. Il successo è procurato dalla sollecitazione dell’ egoismo dei singoli.
Costruire il Noi sarà impresa rivoluzionaria.
È necessario perseguire le verità conoscibili, e farlo attraverso un percorso politico aperto. Essere parte di un cambiamento dove donne e uomini concorrono a fare ciascuno il proprio, nell’esclusivo interesse di chi forma questa grande comunità che si chiama paese.
Questa è “la politica della verità”, è la coerenza, sono la parola e l’azione che si passano il testimone, i dati e le informazioni che vengono filtrati nei modi ma mai nei contenuti. Il popolo potrebbe essere il più grande alleato della politica, ma si è deciso di lasciarlo ai margini, di non farlo partecipare, ed anzi di fargli sapere il meno possibile. È la vera sconfitta della politica.
Non tutti sono capaci di critica ed autocritica e ciò, sino ad ora, ha determinato un modo di vivere in base al quale ciascuno affida il problema a qualcun altro. Conoscere ed imparare a dire LA VERITÀ, anche quando difficile da accettare, consente di costruire con fondamenta solide, di imparare ad affrontare le differenze e le divergenze.
Ogni consenso basato sul vero è una certezza di seguito duraturo. E questo in politica non si vive più da tanto, troppo tempo, perché è stato sottovalutata l’importanza delle competenze dei singoli.
“Mantenete la rotta finchè si può” gridò il capitano MacWhirr prima che Jukes si fosse asciugato gli occhi pieni di acqua salata, e tutte le stelle erano scomparse.
(TIFONE di Joseph Conrad)
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