Il Castagnaro non si tocca: “spy story” a Quarto

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I giovani della Consulta cittadina  denunciano

di Eliana Iuorio

Il Castagnaro non si tocca: “spy story” a Quarto
Giorgio Rollin, Presidente della Consulta dei giovani di Quarto

“Un chiaro attacco alle libertà democratiche, ai diritti conquistati nel corso della storia da chi ci ha preceduti e tuttora sanciti dalla nostra Costituzione”  – Giorgio Rollin e Davide Secone, due giovani rappresentanti della Consulta dei giovani di Quarto, si mostrano decisi, nel raccontare quanto accaduto la notte tra il 12 ed il 13 febbraio, intorno alla struttura che ospita il comitato, in piazzale Europa, quando sedicenti appartenenti alle forze dell’ordine, hanno tentato di introdursi senza mandato per un’operazione atta a monitorare l’operato dei giovani, a spiarne  movimenti e discorsi.
“Li abbiamo colti sul fatto. Una scena che avrebbe del comico, se provassimo a decontestualizzarla; hanno divelto una grata, per tentare di introdurre all’interno dei locali il contenuto ignoto di una grossa sacca scura che avevano con sé; hanno sistemato apparecchi potentissimi, di quelli in utilizzo alle forze speciali per la cattura dei latitanti, al fine di captare ogni nostra conversazione” – continuano – “E dire che queste stanze le abbiamo ottenute dal Comune ed all’interno operiamo insieme a delle realtà sociali, per migliorare la qualità della città; un’associazione culturale si fa carico di insegnare la lingua italiana agli extracomunitari presenti sul territorio, molti bambini; un’altra formazione sociale si dedica al recupero dei soggetti afflitti da dipendenze da alcool, droga, gioco d’azzardo. Noi siamo quelli che denunciano le irregolarità, che pacificamente e legittimamente protestano per la tutela della nostra salute e del nostro territorio; possibile criminalizzarci, trattarci come terroristi?”
Non si sentono soli, per nulla intimoriti dall’accaduto.
Ma è certamente un “No” scomodo, quello espresso dai giovani, che si unisce a quello delle altre  forze civili, unite in presidio permanente; un dissenso culminato in manifestazione cittadina, negli scorsi giorni, per scongiurare l’apertura della nuova discarica: quella prevista dal piano regionale rifiuti, nel sito individuato dal Commissario straordinario Vardè.
“Non hanno niente di meglio da fare dell’intercettare noi, su un territorio dilaniato dal gioco affaristico che tiene stretta camorra e politica. Noi vogliamo costruire ed aggregare, per favorire la riscoperta di una coscienza civile critica. Colpendo la Consulta hanno cercato di operare una distinzione ab origine, tra chi protesta, per distinguere i buoni dai cattivi e non ci sono riusciti, che la solidarietà è stata totale da tutti i cittadini. Ci sentiamo più forti di prima”.
Per i giovani della Consulta, l’apertura della cava al Castagnaro sarebbe la consumazione dell’ennesimo scempio ambientale, in tutto danno della salute dei cittadini di Quarto: “questa operazione, la si vuol mascherare da opera di riqualificazione, ma è solo l’ennesimo bluff, perché il compost fuori specifica che andrebbe a ricoprire la cava stessa non è un fertilizzante, ma un prodotto altamente tossico e nocivo; e l’esperienza della confinante Pianura – contrada Pisani – insegna che non possiamo affatto fidarci di chi gestisce queste realtà; andrebbero a sotterrare insieme al compost, di tutto e di più, devastando uno dei polmoni verdi della nostra zona, che sappiamo essere a vincolo paesaggistico”.
I ragazzi hanno sporto denuncia, per i fatti inquietanti accaduti; continueranno la protesta, senza dubbi.
Per ciascuno di loro, difendere il territorio ed il diritto alla salute, è assolutamente legittimo.