La morte è morte e non è mai facile accettarla.
Sappiamo che dovremo morire, possiamo anche prepararci all’idea e persino all’imprevisto, ma non siamo mai pronti.
Non si accetta la morte di una persona cara né quella per mano di violenti, come si può accogliere quella della violenza nascosta, mascherata da indifferenza?
Ora tutti a piangere, ora tutti a pensare a come sistemare la situazione, ora tutti con le maschere del cordoglio…
Eppure, ogni “ora” ha un “prima”, e se è difficile accettare una morte qualsiasi, quella per l’ignavia e l’incompetenza e il disinteresse è assolutamente insopportabile. Sono tante le morti annunciate, i disastri che si possono prevedere e che non si dovrebbero attrarre grazie alla dimenticanza, alla frivolezza, al “ci pensiamo poi”.
Due treni si scontrano in Puglia su un binario unico?
Qual è il problema, basta accertare se esiste errore umano o meccanico!
Si cerca ovunque il colpevole, tranne che dove bisognerebbe cercarlo. Qualsiasi cosa sia accaduta, come è possibile che ci siano ancora treni a binario unico? Come è possibile che si consideri ancora l’Italia meridionale come l’ultimo fanalino del carro… o del treno deragliato?
I colpevoli ci sono, certo, ma non vanno ricercati nell’errore umano o meccanico. Non è spostando l’attenzione, scaricandola su altro che si può appagare la sete di verità. Perché in tanti casi, e questo ne è uno, la verità e i colpevoli, ci sono ben prima che le tragedie accadano.
Ci sono i colpevoli di questa strage, sì, ci sono, anche se fanno finta di niente e si de-responsabilizzano scaricando sul tutto e su ogni possibile la responsabilità dell’accaduto.
Ci sono i colpevoli, e sono quegli uomini inadempienti al dovere civile per cui sono stati chiamati a governare e a occuparsi dei problemi reali del nostro paese.
Essi sono come i manovratori di una grossa calamita legata a un filo, ogni giorno ne tirano un po’ fino a quando non c’è più il tempo di aspettare, perché il filo si spezza e la grossa calamita precipita attirando a sé ogni cosa dimenticata sul cammino.
Ci sono i colpevoli e le lacrime finte e di consuetudine con cui accorrono sulla scena del loro delitto, non servono a lenire il dolore delle famiglie dei morti o dei sopravvissuti che si chiedono perché sia accaduto, perché si siano salvati mentre tanti attorno non respirano più.
I colpevoli di questa tragedia ci sono, e le loro facce false di triste cordoglio e le celebrazioni funebri cui presenziano, non servono a restituire pace a chi d’improvviso è stato svuotato della vita non per fatalità o tragico gioco del destino, ma a causa di chi non doveva fare finta di niente e intervenire “prima” che “ora” si piangessero le vittime.
I colpevoli ci sono, e sono quelli vestiti a lutto ma con il cuore leggero, impegnati nel proprio dovere rappresentativo ma dimentichi del dovere civile e morale di affrontare e risolvere i problemi “prima” che le tragedie accadano.
Non li ho visti in fila insieme ai tanti dignitosi che, nonostante il caldo e l’afa pugliese, hanno donato il loro sangue per essere parte attiva del disastro che li ha lacerati. Non, non c’erano, loro parlavano, facevano proclami mentre la gente moriva per colpe non sue.
I signori dell’economia non c’erano, no, non c’erano. C’è chi si sporca le mani e chi sporca le parole con le menzogne degli editti senza costrutto.
L’economia appare sempre più come un gigante stupido che guarda dall’alto in basso, ma non riesce a vedere la punta del proprio naso. I governanti sembrano sempre più come i folletti di un babbo natale crudele che si agita, non sta mai fermo, ma non risponde mai alla fiducia e alle promesse fatte. Il governante stesso, tra le vuote lacrime di dispiacere, continua a promettere un intervento che non ha più senso “ora” e in cui nessuno crede per “dopo”.
Cattivi maestri, cattivi amministratori che impiegano il denaro per un’inutile TAV e trascurano di tutelare il bene dei cittadini che fingono di rappresentare.
Questi malefici orchi riusciranno a divorare anche se stessi come stanno inghiottendo noi? Falsi e bugiardi nel loro pseudo dolore e desiderio di conoscere una verità di cui già erano al corrente “prima” di “ora” che è tardi, riusciranno a restituire dignità alle loro mancanze e al sopruso del loro silenzio?
Insieme al popolo pugliese non vogliamo che giustizia e lealtà.
di Loredana De Vita