Susy Cimminiello nel comitato per la legalità: “Ho detto si a de Magistris perché voglio tentare di cambiare le cose”

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Foto scattata durante l'assegnazione del Premio Cimminiello

In una lunga intervista per il corrieredelmezzogiorno.corriere.it, Susy Cimminiello, sorella di Gianluca, tatuatole napoletano ucciso dalla camorra solo perché aveva osato pubblicare una foto che lo ritraeva con il calciatore Lavezzi, spiega perché ha detto subito si al sindaco Luigi de Magistris che l’ha chiamata nel comitato per la legalità. “C’è stato anche chi ha storto il naso, dicendo che mi avevano scelta perché sorella di una vittima di camorra. Quelle parole mi hanno ferito. Ma tanto ho fatto l’abitudine a tutto, perché quando uno viene ucciso a Secondigliano o a Scampia, ed è un ragazzo umile, si fa presto a pensare a qualcosa di losco”.

E il 20 dicembre scorso, dopo un processo durato sei anni, Enzo ‘o luongo è stato condannato all’ergastolo, ma le battagli giudiziari non sono ancora finite per Susy. “Io non odio nessuno. Ma amo mio fratello e non smetterò mai di lottare, perché adesso quelli ricorreranno ancora in Cassazione. Intanto a marzo sarò di nuovo in aula in Assise per l’altro processo a carico di mandante e complici del killer. Due udienze alla settimana ogni santo giorno, ma non mollo, non lo farò mai. Lo devo pure ad Anna, l’amica di Gianluca che mi chiama ogni tanto da una località segreta, lo devo al panettiere che voleva bene a mio fratello e che è andato in aula ad accusare i camorristi. Ha dovuto chiudere bottega e lasciare Napoli”.

Ma Susy non molla anche perché è ostinata a cambiare le cose, per questo ha detto subito si a de Magistris che l’ha chiamato nel comitato per la legalità. “Tento di cambiare le cose, partendo dai ragazzi sbandati e abbandonati. Vede, io vorrei aiutarli tutti, anche i figli di quello che ha ucciso Gianluca, lo scriva, vorrei poterli salvare affinché non facciano la fine del loro padre. La mia vita ormai è questa”.