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De Magistris scrive a Franceschini: “Impedire vendita del Monte di Pietà”

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Il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha inviato oggi una nota al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e Turismo Dario Franceschini sulla questione del Monte di Pietà di Via San Biagio dei Librai. “La città di Napoli – scrive il primo cittadino – possiede una vasta ricchezza culturale, ambientale, artistica e storica, apprezzata ed ammirata in tutto il Mondo, riconosciuta dall’UNESCO, Patrimonio dell’Umanità. L’elemento caratterizzante di tale prestigioso riconoscimento è stato il suo capitale umano. Esso, straordinariamente unico, agisce fortemente con le chiese, i monumenti, i palazzi, tanto da generare linguaggi, narrazioni, leggende che si tramandano fin dall’antichità”.

 

De Magistris: “Non sottrarre alla città un prezioso bene comune”

Un esempio concreto – prosegue de Magistrisè costituito dal “Monte di Pietà”, sito in Via S. Biagio dei Librai, che connota ed identifica il luogo dove sorge: Spaccanapoli, cuore pulsante della città. Il “Monte”,  costruito nel 1539, dal Vicereame spagnolo con scopi di contrasto all’usura, è, da sempre, considerato e percepito come un bene comune, a fruizione pubblica. Passato nella proprietà del Banco di Napoli, attualmente è nella disponibilità della Società partecipata di Intesa San Paolo, Group Services. Secondo notizie di stampa, il “Monte”, purtroppo, sarebbe stato messo in vendita prevedendone una destinazione di struttura ricettiva. Nella sua nota il Sindaco comunica al Ministro Franceschini che “la scorsa settimana, ho scritto una nota ai vertici di Intesa San Paolo esprimendo il mio forte rammarico e chiedendo l’istituzione di un “tavolo”, nel quale poter manifestare le considerazioni e le richieste avanzate a nome della Città di Napoli”. La nota si chiude con la richiesta “affinchè si possa impedire che la scelta operata dai vertici di Intesa San Paolo possa determinare la sottrazione alla città del “Monte di Pietà”, che la nostra comunità considera, da sempre, prezioso e significativo bene comune”.