Sedici anni di reclusione, a fronte dei 26 inflitti in primo grado. Questa la pena comminata in appello, a Roma, a Daniele De Santis, l’ex ultras giallorosso che uccise il napoletano Ciro Esposito poche ore prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli il 3 maggio 2014. “La riduzione a soli sedici anni della condanna a Daniele De Santis costituisce un pericoloso precedente perché induce a pensare che ammazzare una persona, dopo aver provato a provocare una strage, porta a una pena lieve”.
Lo hanno detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e Gianni Simioli de La radiazza per i quali “già la pena a 26 anni ci pareva insufficiente, ma vederla ridotta addirittura a 16 sembra davvero un’ulteriore offesa alla memoria di Ciro Esposito che ha pagato con la vita la sua scelta di difendere i tifosi del Napoli, tra cui donne e bambini, dalla violenza cieca di Daniele De Santis che, tra l’altro, non era nuovo ad atti di intimidazione e violenza, come ricordato anche nel corso del processo”.
Ciro Esposito, Verdi: “E’ una vergogna”
“Siamo pronti a scendere in piazza, come abbiamo già fatto, e a sostenere ogni forma di protesta che la mamma di Ciro, Antonella Leardi, una donna esemplare per come ha reagito alla morte del figlio, vorrà mettere in campo” hanno aggiunto Borrelli e Simioli per i quali “la reazione della famiglia Esposito è sempre stata improntata al massimo rispetto delle Istituzioni e della Magistratura e ora questa sentenza sembra una sorta di tradimento di quelle persone”.