Spari contro la pizzeria Di Matteo a Napoli e quattro stese in meno di un mese

0
276
Ritrovate a Napoli le ragazzine scomparse nel Ravennate

Spari contro la pizzeria Di Matteo, l’ordigno davanti alla storica pizzeria di Gino Sorbillo e quattro stese in meno di un mese. E’ scontro tra i gruppi criminali a Napoli

La sparatoria contro la pizzeria Di Matteo la scorsa notte, l’ordigno artigianale davanti alla saracinesca di Gino Sorbillo il 16 gennaio e poi quattro ‘stese’, raid armati con spari in aria, in meno di un mese. Il clima che si sta vivendo in questi giorni al centro storico di Napoli è alimentato dallo scontro tra due gruppi criminali. Il primo è legato al clan Mazzarella e l’altro al clan Rinaldi. Sono le due ‘super cosche’ a manovrare i ragazzi delle paranze che cercando di imporre il loro diktat tra i vicoli del centro storico. Secondo gli investigatori, chi ha messo la bomba a Sorbillo è lo stesso che ieri notte ha fatto fuoco contro Di Matteo.

 

Spari contro la pizzeria Di Matteo per intimidire le attività commerciali legate al turismo

di matteo
Spari contro la pizzeria Di Matteo

Un’azione dimostrativa che punta a creare scompiglio e a intimidire tutte le attività commerciali legate al turismo, bar, ristoranti, trattorie, affittacamere. Lo spaccio di sostanze stupefacenti in zona è affidato quasi tutto agli extracomunitari che pagano quote per poter stare nelle piazze e vendere hashish, marijuana e cocaina. La scelta è dettata dal fatto che gli interessi adesso si sono spostati su altro e in particolare sulle estorsioni a tappeto da praticare su chi ha a che fare con i turisti sempre più numerosi. Altro affare che riaccende ogni volta lo scontro al centro storico di Napoli e’ legato alle estorsioni da imporre ai mercati rionali: si paga a settimana e si paga tutti.

I soldi del pizzo alla Duchesca, per esempio, così come hanno raccontato i pentiti, sono usati per pagare le famiglie dei detenuti. Le batterie di fuoco che hanno seminato il panico in queste settimane tra i Decumani, via Duomo, Forcella e i Tribunali hanno in comune l’età dei componenti, tutti giovanissimi, molti minorenni.