“Con le stampelle non può entrare”: disabile fermato all’ingresso del San Paolo

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Un commercialista beneventano disabile è stato fermato prima della sfida tra Arsenal e Napoli e gli è stato intimato di lasciare le stampelle se avesse voluto assistere al match all’interno dell’impianto.

Stampelle disabile | “Sono stato trattato meglio al concerto degli U2 a Roma, dove gli addetti mi accompagnarono finanche a comprare gadget prima di farmi accomodare, che allo stadio San Paolo di Napoli in occasione della partita con l’Arsenal, impianto dove spesso mi reco con mia figlia e dove mi e’ stato intimato di abbandonare le stampelle”. Cosi’ il commercialista sannita Antonio Medici, costretto ad utilizzare dall’eta’ di 16 anni le stampelle per una grave malattia all’anca, commenta quanto gli e’ capitato in occasione del match di Europa League giovedi’ scorso. Il professionista si e’ reso protagonista, suo malgrado, di un’animata discussione all’interno dello stadio quando si e’ visto negare l’accesso per la postazione a lui spettante, da due persone che gli hanno di fatto ‘intimato’ di non poter entrare nello stadio con le stampelle. Ne e’ susseguita una discussione, anche accesa che ha estremamente colpito nell’orgoglio il professionista ‘aggredito verbalmente’ da una hostess e una persona qualificatasi poi come poliziotto.

Racconta Medici: “Mi sono presentato all’ingresso dei distinti superiori con mia figlia, al secondo controllo l’hostess mi ha detto che non potevo entrare con le stampelle. Mi sono meravigliato considerando che utilizzo le stampelle per ‘necessita’, altre volte ed in altre strutture, compreso il San Paolo, sono entrato tranquillamente. L’hostess, pero’, ha insistito che non potevo entrare e che potevo lasciare le stampelle all’ingresso. Le ho detto ad alta voce che mi stava offendendo perche’ le stampelle non sono un accessorio e che e’ inopportuno chiedere a un disabile di lasciare le stampelle. L’hostess ha ribadito che stava attenendosi al regolamento”. “Ad un certo punto si e’ avvicinato un signore robusto – aggiunge il professionista sannita – che aveva un auricolare e nessun distintivo. Ho chiesto che mi certificassero in qualche modo che mi ero presentato all’ingresso perche’ avevo intenzione di richiedere un risarcimento. La persona con l’auricolare, con un tono non certo amichevole, ha affermato che la societa’ Calcio Napoli non risarcisce nessuno e che lui non attestava nulla. Allora mi sono presentato, ho detto di essere un commercialista e che volevo un’attestazione per chiedere poi successivamente il risarcimento. Mi urlava addosso dicendo che le stampelle non potevano entrare e che c’era poco da discutere evidenziando, in quel momento, di essere della polizia. Colpito da un senso di impotenza per quanto mi stava accadendo, ho mandato tutti al diavolo, volevo andar via”. Riferisce ancora il dottor Antonio Medici: “Sentitosi offeso, a quel punto, il poliziotto mi ha invitato a dargli i documenti affermando di volermi portare in Questura. Gli ho spiegato che non era chiaro se fosse un poliziotto… Sbraitava e alzava la voce. A un certo punto non ce l’ho fatta piu’ e sono scoppiato a piangere: ho subito un trattamento inaudito dinanzi anche a mia figlia. Nel frattempo e’ arrivato per caso l’avvocato Fabio Pannone di Benevento con il presidente del mio Ordine, Fabrizio Russo. Pannone ha subito cercato di prendere le mie difese. Ha chiesto informazioni su cosa stesse succedendo. Volevo andar via. Sono andato via con mia figlia che, intanto, era in lacrime per quanto accaduto. Mentre tornavo alla macchina ci hanno raggiunti Pannone e una poliziotta che aveva il mio documento e il mio biglietto. Mi hanno invitato a calmarmi e smettere di piangere e che mi avrebbero fatto entrare. Non volevo, ma alla fine sono tornato. Mi hanno fatto entrare e, quando mi sono seduto mi hanno preso le stampelle e le hanno portate via. Inaudito, pensavo fosse uno scherzo. Non potevo muovermi, se fosse successo qualcosa non sarei stato in grado di andare via ed avrei anche ostacolato chi voleva andar via della mia fila. Non penso andro’ mai piu’ allo stadio, qualsiasi stadio”.

La risposta del Calcio Napoli: siamo dispiaciuti, ma è il regolamento

“Siamo ovviamente dispiaciuti dell’accaduto ma va detto che gli steward hanno semplicemente applicato il regolamento d’uso dell’impianto che all’atto dell’acquisto del biglietto per la partita viene implicitamente approvato dall’acquirente”. Lo afferma Alessandro Formisano, capo delle operazioni del Napoli, commentando la vicenda del commercialista sannita Antonio Medici al quale e’ stato detto, in occasione di Napoli-Arsenal, che non era possibile entrare con le stampelle nello stadio San Paolo. Il Napoli ricorda l’articolo 21 e le proibizioni previste dalla norma: ”Bottiglie, lattine o contenitori di vetro o di qualsiasi altro materiale (le bevande devono essere versate in bicchieri di plastica o carta), ombrelli a punta, caschi, cinture con pesanti borchie di metallo, bastoni, materiale imbrattante o inquinante ed ogni altro oggetto anche astrattamente idoneo ad offendere in relazione alle circostanze di tempo e di luogo ovvero che l’autorita’ presente allo stadio reputi vietato; stampelle ed altri accessori od ausili; gli steward, in presenza di elementi che facciano fondatamente ritenere possibile la destinazione ad usi impropri di tali oggetti e strumenti, potranno denegare l’assenso. E’ fatto divieto, sempre secondo la normativa sulla sicurezza, l’introduzione all’interno dell’impianto sportivo di passeggini e carrozzine per infanti”. Il Napoli ricorda anche che non e’ previsto “alcun servizio di custodia di tali oggetti” e che al San Paolo “e’ in essere un settore denominato Disabili con 92 posti per disabili e 92 posti per accompagnatori” dove il club ha istituito un servizio dedicato di prenotazione posti.