Il NAtale a NApoli si fa in tre, quattro… e rivoluziona il modo di sentirsi parte di una comunità.
L’idea del nostro progetto è quella di creare il primo esperimento di laboratorio connesso con le
persone, quelle reali, su scala cittadina, mettendo in connessione artigiani e persone come riesce a
fare il Natale in quel momento magico, che allo scoccare della mezzanotte, se t’affacci fuori, sembra
calmare il mondo intero, con un silenzio dolce, un calore strano, che percepisci nonostante il clima
rigido.
Cos’è in realtà questo esperimento: la Casina Pompeiana, in sinergia con ContaminarsiLAB (presso
il centro Shalom – Via S. Luisa di Marillac, Napoli), potrà diventare, dal 9 Dicembre al 6 Gennaio una
galleria espositiva dinamica, che è laboratorio solo in termini di incontro, sintesi e scambio di idee,
un luogo vissuto, molto vissuto, finalmente vissuto come dovrebbero essere tutti gli spazi pubblici
di una città. Una installazione viva e in movimento, il cui muoversi è sancito da suoni, luce, forme,
che man mano che si incontrano e producono scambio e contaminazione, la rendono
immediatamente disponibile con tantissimi momenti di confronto atipici, originali nel metodo,
eccentrici persino, durante tutto il periodo diurno. Quello che vogliamo realizzare è una mostra
esperienziale, per niente virtuale, ma reale e tangibile, che si inaugura e che muta e si arricchisce
dei risultati “contaminanti” e “contaminati” frutto dell’incontro di arti, artigiani e artisti, persone,
che vi entrano diversi per rimanerne mutati.
Quindi in questa ottica, Casina è il catalizzatore, Contaminarsi il filo conduttore, il lumen, gli artisti
e gli artigiani sono i tessitori di energie che invece vengono dal suolo e dai muri della città popolata
di anime e persone.
Tutti i soggetti che aderiranno a quest’iniziativa saranno ambasciatori di storie e artigianalità
perdute, sopravvissute, o ritrovate, ma anche attenti “immagazzinatori”, decidendo di agire in
questo senso in maniera da realizzare persino una produzione ad hoc o semplicemente uno spazio
che sveli qualcosa. Un esempio? L’impagliatore (a Napoli ce ne sta uno solo e fa il fruttivendolo per
campare, ma protegge il suo sapere), si contamina col fotografo che cattura le trame e gli intrecci,
li ingrandisce e ne produce una stampa il cui dettaglio diventa la texture dello sfondo di una vetrina
di oggetti di design a “via dei mille” e insieme ne racconta la storia: cosa è impagliare, quando,
perché è patrimonio della napoletanità. Il negozio diventa così un luogo che racconta ma che ne
raccoglie di altri e li porta in Casina e noi, invece di archiviarli, li utilizziamo per creare un territorio
incontaminato di identità riprese e protette e raccontate ora dall’illustratore, ora dal sarto che ne
fa un abito o un dettaglio, ora dal ceramista che ne rende pregna sia stilisticamente che idealmente,
una sua creazione.
Qual è il senso di tutto questo?
Isolarsi dalla massa, creare un territorio protetto ove esprimere la napoletanità autentica, dove i
“pastori” di san Gregorio non sono Maradona e Giggino (Di Maio), ma Ciruzz ‘o Scogl riscoperto
pittore romantico e tutti quei e personaggi belli che popolano i quartieri napoletani.
Ritornare a una identità senza inutili campanilismi ma come genitori accorti che devono proteggere
e fare da pontieri, tra la storia dei nonni e quella che s’accresce dei propri figli.
Rimettere in connessione persone che spesso non sanno cose della loro storia, semplicemente
perché nessuno gli dice niente.
Far riscoprire ai giovani, che in una città come Napoli, mille storie, come le formiche, sono in grado
di spazzar via storie più ingombranti e persino luoghi comuni, grandi quanto elefanti.
Produrre innovazione, nuove forme di linguaggio e un modello di sperimentazione artistica
finalmente partecipato anche dalla persona, che non ne è solo spettatrice, ma anche anima
pulsante, elemento di ispirazione, contributore.
Il tema protagonista di questo primo Contaminarsi a Napoli, sarà la Favola e a Natale questo, ha
persino più senso che in qualsiasi altro momento: in una visione laica, capace di avvicinare le
diversità e renderle dialoganti, il Natale non perde di significato se definito come la “favola più bella
e universale”, ma diviene un fatto vero, di pertinenza religiosa per chi crede e contemporaneamente
una storia che con il suo fine morale , diviene capace di una lettura universale. E di favole e sulle
favole, tutte le arti ospitate in questo Contaminarsi IN Casina, si esporranno come protagoniste di
racconti trasversali e sovente coincidenti, capaci di svelare favole ritrovate o perdute, favole piccole,
ma rumorose quanto le grandi.
Le Arti e i mestieri, le aree tematiche
CERAMICA, PITTURA, SCULTURA, INSTALLAZIONE, PERFORMANCE, OREFICERIA, CANTO, MUSICA,
ENOGASTRONOMIA, SARTORIA, LETTURA, SCRITTURA, POESIA, TEATRO, ARTE PRESEPIALE,
ARCHITETTURA, DESIGN, ARTE FLOREALE, LUCE, SUONO, VOCE, MATERIA, ILLUSTRAZIONE,
DOCUMENTARI.
I protagonisti
Ceramisti, Artisti, Orefici, Performer, Musicisti, Pittori, Artigiani, Scrittori, poeti, Illustratori,
Architetti, Designer, Sarti, Filmaker.
La mostra dinamica
L’intera mostra partirà con tutti gli elementi individuati, esposti col metodo della installazione, nella
loro natura specialistica, per modificarsi man mano attraverso l’incontro e la contaminazione, fino
a giungere alla fine del percorso espositivo che ne sintetizzare il risultato e la ricerca. Cambieranno
gli scenari, cambieranno e metodi e le strutture dinamiche, potranno garantire così una
partecipazione continua delle persone, riuscendo a raccontare tutta l’evoluzione del progetto.
L’intera esperienza verrà documentata in maniera creativa con l’ausilio della creazione di contenuti
fotografici e di un cortometraggio sullo stile del documentario.
I laboratori, i workshop e i percorsi esperienziali
In Casina si ospiteranno i momenti di confronto, divulgazione e approfondimento, mentre tutti i
laboratori pratici, anche essi aperti, presso il ContaminarsiLAB (dalle suore).
La serata evento Contaminarsi per il Natale
Antecedente alla vigilia, una serata di sintesi e di festa, colta, raffinata, ricca di confronti, come
summa di tutte le arti e del loro incontro.
I keynote
Momenti di approfondimento tematico alla maniera dei più moderni Keynote di cui il TED è
antesignano.
La serata della Tombola Vivente, tra teatro e racconto delle radici della “napoletanità”.
La serata dell’arte floreale (in collaborazione con l’EDFA)
La serata della Sfilata con gli abiti contaminati.
La serata della ceramica, del percorso di sperimentazione che ne fa elemento di viaggio universale
e di sintesi di storie, attraverso linee, forme e cromaticità che celebrano la ricchezza dell’incontro,
dello scambio, del confronto e dell’integrazione.
La Serata del gioiello tra tradizione e innovazione.