di Fabio Iuorio.
Alberto Rossi, noto attore italiano, è uno dei più amati della tv per la sua interpretazione del personaggio di Michele Saviani nella soap opera partenopea “Un Posto al Sole”.
Prima di passare all’intervista, diamo uno sguardo suo percorso artistico.
Alberto nasce a Livorno a maggio del 1966 e fin da giovanissimo manifesta il suo desiderio di approfondire studi in recitazione. Si diploma nel 1990 presso l’Accademia nazionale di arte drammatica “Silvia D’Amico” e debutta due settimane dopo il conseguimento del diploma ne “I ragazzi del muretto” fino a calcare palcoscenici importanti ne “Il ritorno di Casanova” al fianco di Giorgio Albertazzi.
Disponibile e cordiale, date le problematiche che stiamo vivendo, ho organizzato una videochiamata con lui, per potergli fare una breve intervista.
Ti vediamo, dal 1996, nei panni di Michele Saviani in “Un Posto al Sole” ed interpreti un giornalista dedito ai problemi di vita quotidiani, lontano dal gossip, impegnato nel sociale. Ti rivedi in questo personaggio?
Fabio, seppur da tanti anni interpreto questo ruolo, nel momento in cui esco dal camerino dismetto i panni di Michele e indosso i miei, non è una sorta di “osmosi” tra me stesso. Capita ad alcuni dei miei colleghi invece, come l’amato Patrizio Rispo, che dice di avere, spesso, una sovrapposizione tra il personaggio e la persona.
Sei nato a Livorno e vivi a Roma. Cosa pensi di Napoli?
Ho anche la residenza in Sardegna se è per questo! Tre luoghi su quattro, con la predominanza del mare che amo tantissimo anche grazie a mio padre che era un ufficiale di Marina. Napoli la vivo da 24 anni ormai e ho vissuto, parallelamente a Roma, momenti belli e brutti, ti fa spesse volte arrabbiare come d’altronde anche Roma. Però Napoli mentalmente e potenzialmente potrebbe avere di più di quello che ha, c’è una sorta quasi di “indolenza”, che si racchiude in un modo di dire tutto napoletano che è :“Vabbè, jamm annanz”. Ha soprattutto dei talenti che tanti al mondo non hanno, ma anche se fa arrabbiare la adoro, mi ha dato tanto e continua a darmi tanto.
Il tuo lavoro ti ha reso felice?
Certo e anche molto, fino a quando sono riuscito a farlo, il 14 marzo, poi bloccati causa coronavirus. In pratica ho lavorato quasi ininterrottamente dal 1990, anno del diploma all’Accademia di Arte Drammatica. Ho subito firmato 2 contratti per la Rai : I ragazzi del muretto e un’altra fiction. Ora ahimè c’è questo stop che ovviamente non rende felici però, ripeto, è l’unico lavoro che ho sempre amato pur non avendo mai avuto precedenti in famiglia.
Spiegaci un tuo pregio e un tuo difetto.
Beh, qui non siamo da Marzullo! – dice ridendo- vediamo… sono un ostinato che può diventare cocciuto, per cui pregio e difetto. Sono molto meticoloso, non amo le cose fatte in maniera “leggera”, cerco sempre di approfondire ogni aspetto della mia vita dal professionale al sentimentale.
Nel salutarti e ringraziarti per la disponibilità, voglio porti un’ultima domanda : Alberto cosa vorresti fare “da grande”?
Niente di diverso da quello che ho sempre fatto e sto continuando a fare e qualora ci dovessero dare un giorno la possibilità di poter proseguire quello che stiamo facendo da 24 anni sarei ben lieto di continuare seguendo questo sentiero. Poi vedremo la vita cosa ci riserverà dopo questa “terza guerra mondiale” combattuta senza armi.
Parlando con Alberto Rossi ho avuto la possibilità di conoscerlo non solo come attore, ma come uomo di grande passione per la cultura, una persona con la “testa sul collo”, per dirla alla Totò, ma anche dotata di forte senso dello humor.
Proprio ieri in collegamento in diretta con Germano Bellavia ed altri amici in una simpatico sabato sera, seppur ognuno a casa propria, ho avuto prova dello humor e sintonia di questi attori.
A tutti ricordiamo di #stareacasa ancora per un po’.
Avrei avuto anche un’altra domanda da fargli – ho scoperto leggendo vari gossip che è un tifoso della Juventus – ma l’ho riservata per una prossima intervista.