Whirlpool, don Ciotti: “Non si dica che chiude per il coronavirus”

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Caffè 21 marzo

Le parole del fondatore di ‘Libera’

Non si dica che la chiusura è dovuta al coronavirus perché è frutto anche di ingiustizie con radici lontane“. Lo ha detto don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, in occasione della manifestazione promossa dagli operai della Whirlpool NAPOLI, a un anno esatto dall’inizio della vertenza. “Penso alle vostre fatiche, incertezze, ansia e preoccupazione alle vostre famiglie e ai vostri figli – afferma – Ricordo il nostro incontro e ancora una volta vi sono vicino“.

Continuerò a gridare che il lavoro è espressione della libertà e della dignità umana – aggiunge – e riguarda le relazioni umane, il modo in cui le persone vengono riconosciute e messe in grado di costruire benessere per la società“. “La riduzione della persona a mezzo è la malattia del nostro tempo – sottolinea – La lunga vicenda del rischio chiusura di uno stabilimento che viene considerato un gioiello, deve vedere la partecipazione e sostegno di tutti perché non si possono più accettare logiche selettive di una economia che sacrifica le vita delle persone in nome dell’economia“.