Castel Volturno come l’Africa o il mondo

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Una mattinata all’Ambulatorio di Emergency di Castel Volturno, dove con il referente Sergio Serraino, abbiamo cercato di raccontare la situazione territoriale prima e dopo il Covid19. Tra le difficoltà che spesso si trovano ad affrontare, soprattutto da un punto di vista amministrativo e burocratico, dove troppe volte non sono attive per tutelare le persone che cercano di “sopravvivere” guadagnandoci da vivere onestamente.

Sergio ci ha reso partecipi di come, ogni giorno, Emergency si attiva sul territorio di Castel Volturno, ci ha raccontato dei caporalato, dei George Floyd italiani, della violenza, delle “Madame” e del lavoro per ridurre la prostituzione, dando importanza all’errato messaggio che ancora vuole che ci sia la prostituzione minorile, perché forse risulta più facile, poi, applicare le forme più forti del razzismo. Lo ha fatto, con la verità, senza edulcorare le problematiche, ma raccontandole nella loro veridicità.

Una mattinata che ha avuto ancora più valenza, perché legata anche al funerale di Thomas Daniel, l’operaio liberiano di 41 anni, morto nel cantiere abusivo a Pianura, insieme ad un collega italiano nel terribile crollo, il primo giugno scorso. I due uomini sono stati trovati stretti in un solo abbraccio che non faceva differenza tra la pelle bianca e la pelle marrone. Erano solo due persone unite nel lavoro e poi nella morte.

Sergio conosceva Thomas, che con la moglie Cinthia frequentava l’ambulatorio, ci ha raccontato della grande voglia di vita e onestà che questo giovane aveva. Di come speravano di essere nuovamente con i figli, che erano rimasti in Africa. Una donna che ancora non ha saputo la verità su cosa sia accaduto veramente al marito. Proviamo solo a immaginare i loro sogni, che si sono infranti tra le macerie di un cantiere abusivo, che aveva comunque accettato pur di guadagnare con il lavoro e non vendendo la droga o facendo prostituire la donna amata. Così come i sogni di tantissimi altri, che sperano di vivere dignitosamente.

La sinergia trovata tra “pelle bianca e marrone” all’ambulatorio, dove si lavora di squadra, senza distinzioni razziali che offendano o assoggettino, mi ha dato l’ennesima lezione di vita. Sopratutto ancora una volta l’esempio del rispetto alla vita.

Black lives matter. In Italia e nel mondo. Sempre.

Grazie Sergio, anche se con la mascherina e senza esserci abbracciati, grazie per ciò che insegni ai tuoi figli, grazie per i mille colori, come quelli che cantava Pino Daniele. Grazie per avermi raccontato la vita e il lavoro di Emergency a Castelvolturno.

Vi lascio alle parole dell’intervista con Sergio Serraino, Referente Emergency Castelvolturno.