Victor Osimhen, la pantera che ha stregato Napoli

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E’ nato a Lagos, ha perso la mamma a sei anni, vendeva l’acqua e le arance agli incroci in una megalopoli nigeriana da 16 milioni di abitanti. Ma giocava al pallone, dovunque, senza neanche sognare la strada che gli si sarebbe aperta. Victor Osimhen si è preso Napoli nella mezz’ora a Parma, entrando e rendendo improvvisamente imprevedibile l’attacco insieme ai suoi due nuovi compagni d’avventura, Insigne e Mertens.

Una mezz’ora che rimarrà, sperano i tifosi, negli occhi, se la carriera di Osimhen a Napoli sarà davvero d’oro. Il 21enne nigeriano porta con sé la tradizione di origini povere, come quelle di Maradona, nato tra le case precarie di Lanus, a Buenos Aires, prima di conquistare il mondo. Quello è un altro sogno, ma Victor il suo lo sta coltivando.

A Lagos, suo padre perse il lavoro e così anche i suoi fratelli cominciarono a vendere ai semafori, e a fine giornata si faceva il conto di quanto si portava a casa. Victor però aveva in testa un sogno e cominciò a coltivarlo proprio in Nigeria, entrando in una academy di giovanissimi calciatori e nel giro delle nazionali giovanili, arrivando a vincere nel 2015 il Mondiale Under 17 in Cile, segnando 10 gol e vincendo la scarpa d’oro del torneo. Un talento che non poteva più sfuggire agli occhi dei club europei e così il Wolfsburg lo portò in Germania nel 2017, dando il via a una carriera europea arrivata ai 70 milioni spesi da De Laurentiis per strapparlo al Lille.

Cambiamenti radicali, quelli di Osimhen che però lui vive con semplicità, con la consapevolezza che tutto è cambiato. Il ragazzo nigeriano ha trovato subito il feeling con lo spogliatoio azzurro, con Mertens e Insigne, due scugnizzi già pronti a trasformare in scugnizzo anche lui, come si è visto dall’esultanza con linguaccia vissuta dai tre dopo il gol di “Ciro” Mertens. La nuova vita napoletana è nata davvero, con la vista del Golfo dalla casa di Posillipo scelta per vivere con la sua compagna Stephanie, francese di origini creole, conosciuta a Lilla lo scorso anno, nella stagione da 18 gol fino al Covid che ha fatto innamorare Gattuso. “They will ignore you, until they can’t”, ha scritto su una felpa che ama indossare. In Africa lo paragonano a Drogba, in Francia lo definiscono il miglior talento della generazione post-Mbappe. Lui pensa a crescere, sapendo che da ieri in Italia anche gli scettici non possono più ignorarlo.