Mare fuori: nel carcere minorile storie di sopravvivenza e redenzione

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Sanremo, Luisa Ranieri e Matteo Paolillo tra gli ospiti

Mare fuori è la nuova fiction ambientata in un centro di detenzione per minori a Napoli

Un istituto penitenziario minorile si spera essere un luogo di passaggio e trasformazione. Trasformazione verso un reinserimento o verso l’esatto opposto. Cambiamento innanzitutto emotivo, plasmato anche dalla necessità di sopravvivere lì dentro“. Cosi’ Carolina Crescentini nel corso della presentazione della fiction Mare Fuori, per la regia di Carmine Elia, dove interpreta la direttrice di un centro di detenzione per minori a Napoli, in onda in sei prime serate su Rai2. L’IPM (Istituto di Pena Minorile) di Napoli ospita i ragazzi che sbagliano.

C’è chi lo fa senza volerlo, chi con premeditazione e chi pensa che lo sbaglio sia farsi arrestare e non quello di commettere il crimine. “Quando si è adolescenti, il confine tra bene e male è spesso labile, un sottile filo su cui si vuole camminare per mettersi alla prova e soddisfare i propri desideri, senza paura, o senza mostrare di averla“. Coprodotta da Rai Fiction e dalla Picomedia di Roberto Sessa che ha annunciato già la scrittura della seconda stagione, si snoda di puntata in puntata raccontando “cosa succede quando finisci in carcere e c’è qualcuno che si occupa di restituirti uno sguardo positivo sulla vita, di darti un’alternativa” ha spiegato Cristiana Farina, ideatrice e poi autrice (con Maurizio Careddu) del soggetto della serie.

Per il regista Carmine Elia: “è un serie complicata, dove Napoli è un personaggio e non una cornice. La storia era già molto forte. Ci fa capire come gli adulti siano modelli di positività fondamentali per i ragazzi. Come la famiglia, le istituzioni e tutti noi contribuiamo ad indirizzare il loro futuro“. “Anche se molti di loro hanno compiuto dei gesti atroci, c’è chi ha compiuto anche degli omicidi, sono dei ragazzi, dietro ognuno di loro c’è una storia di assenza, degrado, mancanza, c’è un adulto che ha sbagliato prima. Però il fatto che siano ragazzi cambia tutto, perché tu hai l’obiettivo proprio di aiutarli a reinserirsi in questa società e non ricadere negli stessi errori, perché hanno una intera vita davanti”. Un cambiamento, secondo Crescentini possibile: “Tanti anni fa io ero candidata ai Nastri d’argento e quel giorno venne premiato il cast di ‘Cesare deve morire’ dei Taviani. Secondo il vicedirettore di Rai Fiction Francesco Nardella: Il Servizio pubblico deve sempre avere dietro una domanda morale forte“. “L’amicizia, l’amore, la scuola diventano cruciali per la crescita. Non è una storia buonista, qualcuno finirà male. Non possiamo raccontare qualcosa di troppo lontano dalla realtà, ma chi si salverà rappresenta la possibilità di uscirne migliori“.

Responsabilità, regole e rapporto causa-conseguenze sono i tre punti centrali del modo di comportarsi del mio personaggio. Lei ha l’esigenza, innanzitutto da essere umano, di far capire che l’incidente, la leggerezza sono una colpa” ha raccontato Carolina Crescentini. Poi, parla del carcere: “Il carcere è un luogo che la società tende a dimenticare“.

L’Istituto Minorile è a picco sul mare e ospita 70 detenuti: 50 ragazzi e 20 ragazze. Quando entrano, hanno sempre meno di 18 anni. Filippo (Nicolas Maupas) è un ragazzo borghese della Milano bene, figlio e studente modello che, in seguito a una notte brava, viene ritenuto responsabile della morte del suo migliore amico. Carmine (Massimiliano Caiazzo) è un ragazzo di Secondigliano che fa di tutto per sfuggire al destino criminale previsto dalle sue origini familiari. La ‘Famiglia’ infatti lo chiama ‘o Piecuro perché vorrebbe lavorare onestamente. Quando però un ragazzo figlio di un clan avverso prova a violentare la sua ragazza, Carmine reagisce in maniera efferata. Edoardo (Matteo Paolillo) è un piccolo boss di sedici anni. Viola (Serena De Ferrari) ha ucciso sua madre senza averne apparentemente motivo. Naditza (Valentina Romani) è una ragazza che preferisce stare in casa invece che nel campo nomadi dove il padre la vuole dare in sposa a un uomo orrendo. Insieme ai giovani detenuti ci sono gli adulti che governano il carcere: l’ambiziosa direttrice (Carolina Crescentini), l’appassionato comandante di polizia penitenziaria (Carmine Recano), gli educatori.