E’ prossimo a partire il cosiddetto “cashback”, e cioè il rimborso da parte dello Stato per i pagamenti effettuati con strumenti diversi dal denaro contante.
La scorsa settimana il Garante della Privacy ha dato il via libera al decreto attuativo della norma, che dunque debutterà in via sperimentale già da dicembre.
L’agevolazione consiste in un rimborso del 10% della spesa effettuata con mezzi di pagamento alternativi al contante, come carte di credito, di debito, prepagate, ecc., con esclusione delle transazioni online.
Per beneficiare del rimborso è indispensabile avere una certa dimestichezza con la tecnologia: infatti sarà necessario innanzitutto scaricare l’app “Io”, registrarsi e associare alla propria posizione uno o più strumenti di pagamento.
Per avere diritto al rimborso del 10% delle spese sostenute sarà necessario effettuare nel mese di dicembre almeno 10 operazioni; il limite della singola transazione è stato fissato a 150 euro, mentre il tetto massimo complessivo di spesa rilevante per il mese di dicembre a 1.500 euro.
Ciò vuol dire che il consumatore potrà ottenere un rimborso di massimo 15 euro ad operazione con un limite, per tutto il mese, di 150 euro. Il Ministero dell’Economia ha precisato che il rimborso sarà erogato dalla concessionaria dei servizi pubblici, la Consap, sull’iban indicato dal diretto interessato entro il 28 febbraio 2021.
Questo per il prossimo mese di dicembre. Successivamente, a partire da gennaio 2021 e fino a giugno 2022, il rimborso del 10% spetterà con un minimo di 50 operazioni a semestre e per una spesa complessiva semestrale di massimo 1.500 euro (anche in questo caso il rimborso sarà massimo di 15 euro a transazione, anche per i singoli pagamenti superiori ai 150 euro). Le restituzioni saranno ovviamente semestrali e avverranno a luglio 2021, gennaio 2022 e luglio 2022.
Per i centomila consumatori registrati sull’app che effettueranno nei tre semestri il maggior numero di operazioni no cash è previsto poi un ulteriore rimborso speciale di 1.500 euro.
Una precisazione importante per scoraggiare i potenziali furbetti del no cash: il decreto attuativo precisa che “sono vietati i frazionamenti artificiosi dei pagamenti effettuati con strumenti di pagamento elettronici riferibili al medesimo acquisto presso lo stesso acquirente”.
di Francesco Marchionibus