Quando Diego arrivò a Napoli era l’estate della nostra maturità.
Vi ricordate le sensazioni di quei momenti?
L’ estate calda, l’umido tepore salmastro della nostra città, quel timore latente per l’esame di stato e per quelli che avremmo dovuto affrontare di li a poco per decidere del nostro futuro.
Quello che non sapevo è che da lì a pochi mesi la mia vita sarebbe cambiata radicalmente.
Esattamente 6 mesi dopo l’arrivo di Diego a Napoli, mi sarei trasferito a Roma dove vivo da 36 anni.
Avevamo 18 anni, che bella età. Che spensieratezza, quanti sogni e desideri, quelli che solo a quell’età puoi avere,
L’epopea di Diego a Napoli stava cominciando e con la sua la mia (piccola, piccola ).
Per un periodo sono stato anche molto “tamarro”, proprio come lui, capelli ricci lunghi e diamante al lobo, belle macchine, locali e femmine. D’altronde eravamo 2 giovani ragazzi degli anni 80 con i soldi in tasca e tanta incoscienza.
Lavoravo tutto il giorno e tutti i giorni , la sera doccia, vestizione e vita notturna.
Come tutti i giorni Diego si allenava, in quel Campo Paradiso nel quartiere di Soccavo a Napoli.
Io, come detto, lavoravo tutti i giorni, tutti i giorni tranne la Domenica , quella era sacra.
Dedicata al Napoli e a Diego.
E lui, la domenica ci calamitava, con gli occhi e con il cuore. Ci ha riscattato, ha riscattato una città.
Ero fiero di essere napoletano e forse anche i successi del Napoli e di Diego accrescevano quella sicumera propria dell’età.
Che tempi ragazzi, che tempi.
Il tempo del D10S, io l’ho vissuto, lo sa bene mio figlio Diego, classe 2005.
di Mario Canzanella