A cinquant’anni dall’introduzione del divorzio in Italia

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Il 18 dicembre 1970, veniva introdotto, a livello legale, nel nostro paese, l’istituto del divorzio

di Luigi Casaretta

Con legge n. 898 del 1 dicembre 1970 concernente la “Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio”, entrata in vigore il 18 dicembre 1970, veniva introdotto, a livello legale, nel nostro paese, l’istituto del divorzio. Per la verità, non era la prima volta sul suolo italiano che si applicava tale istituto; esso fece la prima apparizione nel Codice Civile Napoleonico del 1805 e nel Codice Civile murattiano del Regno di Napoli, per poi scomparire con la Restaurazione. Secondo ricerche condotte dal filosofo Benedetto Croce, non furono che tre i casi di divorzio avvenuti in Italia con questa legislazione.

Per parlare di divorzio si proverà timidamente a farlo nel neonato Regno d’Italia in particolare con il deputato Salvatore Morelli, che nel 1878 presentò una proposta di legge in tal senso; ancora nel 1892 con l’onorevole Villa, e nel 1902 con l’introduzione del Codice Civile Zanardelli, si pensava che i tempi fossero maturi per una piccola apertura sul tema. Successivamente, sopite queste residue speranze, le guerre mondiali ed il fascismo chiusero ogni ulteriore possibilità.

A cinquant'anni dall'introduzione del divorzio in Italia

Fu così che si arrivò al 1954 con il deputato Renato Sansone che presentò alla Camera un disegno di legge definito del “piccolo divorzio” dove si configuravano pochi casi ben definiti quali matrimoni con scomparsi, condannati a lunghe pene detentive, e malati di mente, in cui si poteva ottenere la separazione; in quell’occasione non si approdò a nulla di fatto, ma i tempi furono maturi perché il decennio dopo si arrivasse alla Legge Fortuna-Baslini cioè la 898/70 che resistette anche all’attacco del referendum abrogativo del 1974 proposto dalla Democrazia Cristiana e dagli strati sociali più vicini alla Chiesa.

Da quel giorno gli effetti di quella legge si sono riversati pienamente nella produzione normativa successiva, non di meno, la famiglia tradizionale ha cambiato il suo aspetto, complice il rinnovato ruolo sociale della donna, il cambiamento della consistenza numerica della famiglia, e le nuove abitudini degli italiani. Se nel decennio 1970-1980 complessivamente si contarono circa 40000 divorzi, nel solo 1981, i divorzi furono 43.000, ed il trend aumentò ancora negli anni 90 fino a superare i 50000 all’anno, negli anni 2000.

L’Italia fu uno degli ultimi paesi al mondo ad accettare il divorzio, ma gli effetti furono presto determinanti per ridisegnare la famiglia italiana, un’Italia che al tempo cominciava a slegarsi dai sensi di colpa e cominciava a far spazio a nuovi principi di autodeterminazione individuale.