Pompei, torna a nuova vita l’affresco del giardino della Casa dei Ceii

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L’intervento è stato realizzato con fondi ordinari del Parco Archeologico

Sono terminati gli importanti lavori di restauro che hanno interessato il grande affresco del giardino della Casa dei Ceii a Pompei. La scena di caccia con animali selvatici, assieme alle scene di paesaggi egittizzanti popolati di Pigmei e animali del Delta del Nilo raffigurati sulle pareti laterali, ha riacquistato i suoi intensi colori. Negli anni a causa della mancanza di una adeguata manutenzione e all’utilizzo di pratiche di restauro non idonee, si legge in una nota del Parco Archeologico, “si e’ assistito a un progressivo degrado dei dipinti e al danneggiamento degli affreschi, soprattutto nelle parti basse dove maggiormente influisce l’umidita’. Grazie ad un intervento, molto complesso, si e’ potuti addivenire ad una pulitura della pellicola pittorica anche mediante l’utilizzo del laser, che ha permesso di ripulire porzioni importanti del dipinto, soprattutto nella parte relativa alla decorazione botanica dell’affresco. Le parti abrase del dipinto sono state recuperate attraverso un ritocco pittorico puntuale. Tutto l’ambiente e’ stato chiuso per evitare, per il futuro, infiltrazioni di acqua piovana e preservarne adeguatamente l’area“. L’intervento e’ stato realizzato con fondi ordinari del Parco Archeologico.

La Casa dei Ceii, scavata tra il 1913 e il 1914, rappresenta uno dei rari esempi di dimora antica di eta’ tardo-sannitica (II sec. a.C.). La proprieta’ della domus e’ stata attribuita al magistrato Lucius Ceius Secundus, sulla base di una iscrizione elettorale dipinta sul prospetto esterno della casa. La facciata della domus, con il suo rivestimento a riquadri in stucco bianco e l’alto portale coronato da capitelli cubici, e’ esemplificativa dell’aspetto severo che doveva avere una casa di livello medio d’eta’ tardo sannitica. Al centro dell’atrio tetrastilo peculiare e’ la vasca dell’impluvio, realizzata con frammenti di anfore posti di taglio, secondo una tecnica diffusa in Grecia ma che Pompei trova solo un altro confronto nella casa della Caccia Antica. La domus era stata oggetto negli anni passati, nell’ambito del Grande progetto Pompei, di interventi di riqualificazione, regimentazione delle acque meteoriche e manutenzione delle coperture, resisi necessari a causa di una progressiva perdita di funzionalita’ delle stesse, che negli anni stava esponendo ad un serio rischio degrado gli ambienti sottostanti, caratterizzati da intonaci decorati e pavimenti di grande pregio.