Fisco, quasi 100mila accertamenti in arrivo per contrastare l’evasione e tentare di recuperare nel 2021 14 miliardi di euro tenuti nascosti. Ma a chi tocca stavolta? A spiegarlo è Laleggepertutti.it, sito di informazione e consulenza legale.
Nel ‘mirino’ del fisco, si legge, professionisti e piccole e medie imprese: “Il tutto, però, con la massima cautela. Le indicazioni date agli ispettori sono quelle di cercare quei soldi ovunque ma senza infierire troppo. Il contesto economico che Pmi e professionisti stanno vivendo è noto: le restrizioni e le chiusure dovute alla pandemia hanno lasciato il segno. Quindi, avanti tutta ma con il guanto di velluto, non con la mazza da baseball“. (“Superbonus? Al momento non è attuabile”, l’opinione dell’imprenditore Palermo Cerrone)
Il Fisco, spiega ancora laleggepertutti, “intende operare una selezione mirata dei suoi obiettivi, puntando a settori o situazioni in cui si avverte una più facile tendenza all’evasione. Significa che prima di tirar fuori dalla tasca la lente d’ingrandimento con la quale spulciare conti e documenti, verrà fatta un’analisi di rischio per individuare chi andare a controllare più o meno a colpo sicuro. Un lavoro di somma pazienza che consisterà nel passare al setaccio le 161 banche dati a cui ha accesso l’Agenzia delle Entrate e nel farsi aiutare dagli algoritmi, diventati ormai uno strumento indispensabile“.
Tanto per fare qualche esempio, continua il sito di informazione legale, “l’Agenzia poserà gli occhi con particolare attenzione sugli aiuti erogati durante l’emergenza Covid, specialmente sul possesso dei requisiti per ottenere quelli concessi a fondo perduto. Da ottobre 2021, poi, il Fisco invierà delle comunicazioni ai contribuenti del regime de minimis affinché verifichino la correttezza dei dati dichiarati nel modello Redditi che riguarda gli aiuti di Stato, nel caso in cui le Entrate avessero avvertito qualche anomalia rispetto a ciò che risulta dal Registro nazionale in mano al ministero dello Sviluppo economico”.
Il Fisco, quindi, “non mollerà la strategia delle lettere di compliance. In pratica, l’Agenzia invia ad alcuni contribuenti delle comunicazioni che contengono delle anomalie riscontrate nelle loro dichiarazioni dei redditi, riguardanti omissioni o infedeltà saltate fuori nel mettere a confronto i dati dichiarati con quelli che l’Agenzia ha a disposizione all’interno delle proprie banche dati. In questo modo, prima che l’amministrazione tributaria notifichi un avviso di accertamento, il contribuente potrà regolarizzare l’errore o l’omissione attraverso il ravvedimento operoso. Al contrario, se il destinatario della lettera ritiene corretti i dati indicati nella sua dichiarazione, basterà comunicarlo all’Agenzia, inviando eventuali elementi e documenti di cui le Entrate non erano a conoscenza“, si spiega.
Nel 2020, quando il virus aveva paralizzato le notifiche di accertamento, erano partite oltre 950mila lettere di compliance. Entro la fine di quest’anno, le comunicazioni dovrebbero arrivare a 650mila., continua la leggepertutti, che aggiunge: “Per quanto riguarda le persone fisiche e gli autonomi, l’Agenzia anticipa di volersi concentrare sui movimenti di soldi da e verso altri Paesi, per capire la portata del capitale che si tiene depositato oltrefrontiera, in qualche luogo dove lo sguardo del Fisco non si è ancora posato. Su questo fronte, gli ispettori possono contare sulla sempre più concreta e allargata collaborazione delle autorità finanziarie estere“.