MANN – Mostra “Giocare a regola d’arte” fino al 2 giugno 2022

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MANN “Giocare a regola d’arte” – Teneri poppatoi e snodate ‘Barbie’ di 2500 anni fa, la minuscola biga con la quale avrà giocato un ragazzino di Pompei, il primo aquilone raffigurato su una ceramica attica, dadi e astragali: sono oltre 50 i pezzi inediti selezionati dall’immenso patrimonio dei depositi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli per la mostra “Giocare a regola d’arte”, curata da Paolo Giulierini, direttore del MANN, ed Ermanno Tedeschi (fino al 2 giugno ’22).

In cinque sale degli Affreschi il percorso fa incontrare i reperti con giocattoli del ‘900, bambole da collezione e segni artistici contemporanei: filo conduttore è il confronto tra forme e modi del divertimento, dalla nascita alla fanciullezza, simili in tutte le epoche.
Tante le meraviglie e le suggestioni: ecco due fanciulli inginocchiati e quello ‘in toga’ (da Pompei), le statuette di kourotrophos (Capua, IV- III sec. a.C.), il poppatoio in ceramica a forma di volatile (restituzione del Cleveland Museum of Art/ fine IV- III sec. a.C.), un Amorino in culla (terracotta da Egnazia, III sec. a.C.).
Spazio al contemporaneo con opere colorate come la bimba che fa il bagnetto con una papera (di David Gerstein). Da affreschi delle città vesuviane sepolte arrivano il racconto del gioco del chiodo, (da lanciare e conficcare in un monticello), del nascondino.
Le terrecotte più antiche ci svelano l’ephedrismòs (il cavalluccio) e il gioco del cerchio. E ancora, da Pompei , statuette di gladiatori , un affresco con amorini che si divertono alle corse nel circo (Ercolano). Marionette di terracotta (Capua, IV sec. a.C.), dialogano con le bambole della collezione di Renata Frediani e con i giocattoli in latta inizi del XX secolo, maschere comiche pompeiane incrociano un ‘pinocchio archeologico’ anni 30, con i chiodini Pixel Art di Quercetti si può comporre il volto di Alessandro Magno.
”Il MANN ha aderito con entusiasmo a questo progetto internazionale itinerante – spiega Giulierini che anche con la contemporanea mostra Divina Archeologia su Dante prosegue la valorizzazione dei celebri depositi – vogliamo coinvolgere i ragazzi”. Il progetto scientifico è di Marialucia Giacco, l’allestimento di Silvia Neri.