‘E’ stata la mano di Dio’ di Paolo Sorrentino è tra i candidati ai Golden Globe come miglior film straniero
‘E’ stata la mano di Dio’ di Paolo Sorrentino è tra i candidati ai Golden Globe come miglior film straniero. L’annuncio è stato fatto a Los Angeles dalla presidente della Hollywood Foreign Press Association, Helen Hoehne. La 79/a edizione dei premi assegnati dall’Associazione della stampa straniera si terrà il 9 gennaio 2022.
Steven Spielberg e Denis Villeneuve, rispettivamente con ‘West Side Story’ e ‘Dune’, sono tra i candidati nella categoria ‘miglior regista’. Con loro anche Maggie Gyllenhaal per ‘The Lost Daughter’ , Kenneth Branagh per ‘Belfast’ e Jane Campion per ‘The Power of the Dog’. Lady Gaga è invece candidata come miglior attrice in un film drammatico per il ruolo di Patrizia Reggiani in ‘House of Gucci’. ‘Luca’, diretto da diretto da Enrico Casarosa, è tra candidati per il miglior film d’animazione.
E’ stata la mano di Dio, come la nave del suo mito cinematografico Fellini, va: “fa la sua marcia lenta e vediamo che succede, si vive alla giornata“, aveva detto Paolo Sorrentino a novembre, alla prima del film che l’Italia ha candidato alla selezione per gli Oscar e ha già in tasca il Gran Premio della Giuria a Venezia 78 e il premio Mastroianni al protagonista Filippo Scotti. Le speranze di piantare di nuovo il tricolore ad Hollywood, sette anni dopo il trionfo della Grande Bellezza, sono vive, è innegabile, nonostante la delusione agli Oscar europei.
Sorrentino ha girato nella città della sua adolescenza, persino nel suo palazzo, con il set giusto un piano sotto. La città in cui, come fa capitare al suo protagonista alter ego Fabietto (Scotti), tra l’esaltazione per la Napoli anni ’80 folle per Maradona e la sua tragedia personale (la perdita accidentale e prematura dei genitori), intravede la sua strada anche grazie all’incontro con il regista Antonio Capuano: il suo futuro è il cinema.
“La mia speranza è che i giovani che lo andranno a guardare traggano l’idea che non bisogna mai abdicare ad una idea di futuro per se stessi. C’è una età, che è quella che racconto nel film, in cui questa idea può non vedersi e si può stare male“, ha spiegato Sorrentino.
“Questo film era nella mia mente da molti anni e solo ora ho trovato il coraggio di farlo: per ragioni insondabili era arrivato il momento giusto, avevo compiuto 50 anni, avevo una grandissima voglia di tornare a girare a Napoli, sentivo il bisogno di un set d’estate quasi una possibilità di svago dopo un periodo duro per tutti. Oggi – ha proseguito il regista, sceneggiatore e qui anche produttore con Lorenzo Mieli per The Apartment – parlare quasi quotidianamente di E’ stata la mano di Dio mi ha portato a noia i miei dolori e questo mi è di grande aiuto, una bella scorciatoia per non occuparsi dei propri dolori anche se dopo le proiezioni il pubblico finisce per raccontarmi i suoi, di genitori persi come li ho persi io, di lutti”.
Le reazioni all’estero sono le stesse della platea italiana: “penso che E’ stata la mano di Dio abbia una riconoscibilità immediata, sono sentimenti che appartengono a tutti, magari all’estero non credono che una famigliona allargata come quella che faccio vedere nella gita ad Agerola – scene di mangiate luculliane, bagni di gruppo, esagerazioni, cattiverie e prese in giro e una zia che si spoglia nuda (Luisa Ranieri), ndr – non siano possibili, invece chi conosce Napoli sa che sono assolutamente reali. E poi sono reazioni positive: si ride e si piange ed è proprio quello che speravo“. Un film intimo, personale, di svolta anche rispetto al suo cinema, soprattutto vero.
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