I disegni di Andrea Bolognino in dialogo con ‘La Parabola dei ciechi’ (1568) di Pieter Brueghel il Vecchio, uno dei capolavori più noti custoditi dal Museo di Capodimonte: per il settimo appuntamento con Incontri Sensibili, fino al 15 marzo si può visitare la mostra ‘Cecità, accecamento, oltraggio’ a cura di Sylvain Bellenger (con l’assistenza di Luciana Berti e Francesca Dal Lago) che propone fin dal titolo una stretta relazione con l’enigmatico dipinto del maestro fiammingo.
Esposte 24 opere: alcune, realizzate su carta a matita, carboncino, pastello, acquerello e acrilico diluito, sono disposte su basi inclinate, in continuità con la logica espositiva del Gabinetto dei disegni, del quale è presente a Capodimonte un esempio tra i più ricchi in Italia.
Il grande trittico che completa l’allestimento è dedicato all’accecamento inteso come caduta fisica e simbolica, del quale si colgono le diverse fasi: abbandono, percezione, tentativo di rialzarsi.
In mostra un video racconta il lavoro dell’artista napoletano, classe 1991, che spiega: ”Il tema della cecità fa parte della mia ricerca artistica ormai da molto tempo. Intendo infatti il disegno come un tuffo nell’invisibilità. Un cercare di tracciare un sentiero all’interno di una caverna buia.
L’accecamento invece si riferisce ad un graduale processo di perdita della vista. Il termine oltraggio, in passato, indicava semplicemente un eccesso di azione, un andare oltre qualcosa, e lo troviamo con quest’accezione anche in Dante, come eccesso di visione, come luce che acceca. Dal mio punto di vista l’eccesso di visione proviene invece dalla sovrabbondanza di immagini e di sguardi a cui siamo costantemente esposti”. ”Il rapporto tra arte e scienza rimane comune nella favola di Bruegel e nella ricerca di Andrea Bolognino. Lo sguardo, la vista, l’occhio sono da sempre un tema centrale delle arti visive. La mostra ‘Cecità, accecamento, oltraggio’, interpreta profondamente il format “Incontri sensibili”, ponendo in dialogo la contemporaneità e la collezione storica di Capodimonte” afferma il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger.