Green pass a Napoli: ok in banche e Poste, negozianti divisi

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Negli uffici di maggiori dimensioni, accanto al totem, la clientela trova un assistente che provvede alla verifica del Green pass

L’introduzione dell’obbligo del green pass base nei grandi uffici aperti al pubblico, banche e poste su tutti, è stato recepito senza grossi scossoni nel capoluogo partenopeo. Via libera nei grandi uffici: da Mergellina alla Galleria Umberto, dal centro storico a Posillipo, non si registrano disagi particolari. Poche file alle Poste. Negli uffici di maggiori dimensioni, come quello di Napoli Centrale, accanto al totem la clientela trova un assistente che provvede personalmente alla verifica.

Nei piccoli uffici postali, dove non c’è il totem, il controllo del Green pass è allo sportello. Qualche contrattempo solo per i più anziani e per chi è meno avvezzo alle tecnologie. Dinamiche simili per le grosse catene di abbigliamento di via Toledo: anche lì un totem all’ingresso richiede la lettura del qr code andando oltre i controlli a campione previsti dalla normativa.

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Molti esercenti, infatti, trovano più prudente, per non incorrere in sanzioni, un controllo complessivo della clientela sebbene la legge preveda solo controlli a campione. Qualche malumore in più tra i piccoli esercenti: per loro la verifica del green pass rischia di essere un problema. E qui i controlli finiscono per essere inevitabilmente a campione.

Spuntano anche dei negozi no pass. Eclatante la protesta a Capri all’esterno di un famoso negozio di orologi sulla celebre via Camerelle. “No al green pass, no alla discriminazione, no alle leggi razziali. Discriminare chi entra in negozio è una vergogna” si legge sul cartello affisso dal titolare.