Quartiere Stella, Rione Sanità, Napoli, il 15 febbraio 1898 veniva alla luce il futuro Totò: attore, commediografo, poeta, paroliere, sceneggiatore e filantropo italiano.
Per ricordare il grande artista napoletano, vi riportiamo alcune delle sue frasi più famose:
Il mondo è diviso in, uomini, che lavorano, sudano, soffrono e, caporali, che sfruttano il lavoro, il sudore e la sofferenza dei primi.
Chi dice che il denaro non fa la felicità, oltre a essere antipatico, è pure fesso.
È la somma che fa il totale.
Io non rubo, integro. D’altra parte in Italia chi è che non integra?
Si dice che l’appetito vien mangiando, ma in realtà l’appetito viene a star digiuni.
I soldi fanno i ricchi, ma è il rispetto, l’educazione e l’umiltà che fanno “signore”. Se non ce le hai, resti sempre e solo un pezzente.
Signori si nasce e io, modestamente, lo nacqui.
I parenti sono come le scarpe: più sono stretti e più ti fanno male.
Lo so, dovrei lavorare invece di cercare fessi da imbrogliare, ma non posso, perché nella vita ci sono più fessi che datori di lavoro.
Parli come badi.
La vera miseria è la falsa nobiltà.
Lei è un cretino, si specchi, si convinca.
Lei è un cretino, si informi.
La donna è mobile e io mi sento un mobiliere.
A me i gatti neri mi guardano in cagnesco.
Il napoletano lo si capisce subito da come si comporta, da come riesce a vivere senza una lira.
Non posso farti fesso perché già lo sei.
Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo paese, in cui però per venire riconosciuti in qualcosa, bisogna morire.
Il mondo io lo divido così, in uomini e caporali. E più vado avanti, più scopro che di caporali ce ne son tanti e di uomini ce ne sono pochissimi.
Che mani meravigliose che ha, ma mi dica: sono proprio le sue?
Questa è la civiltà : hai tutto quello che vuoi quando non ti serve.