A Ottawa, in Canada, la polizia ha represso con forza le proteste dei cittadini contro le misure governative anti Covid.
di Luigi Casaretta
Mentre in Europa sembrano manifestarsi prime, seppur timide, aperture alla normalità dopo le restrizioni covid, in Canada, precisamente ad Ottawa, la polizia ha represso con forza le proteste dei cittadini contro le misure governative anti Covid, proteste organizzate da un gruppo di camionisti canadesi – ribattezzato FreedomConvoy – che già più di tre settimane fa ha raggiunto la capitale allo scopo di bloccarla.
Parliament Hill, zona che ospita gli edifici del Parlamento del Paese e che ha rappresentato il cuore delle proteste, è infatti stata sgomberata due giorni fa dalle forze dell’ordine, con i poliziotti che a partire da venerdì mattina hanno arrestato 170 persone e rimorchiato 53 veicoli. Nel farlo, però, gli agenti hanno attuato condotte alquanto violente, ma nonostante ciò la repressione messa in atto sembra sia passata in secondo piano. In tal senso, nella giornata di sabato gli agenti hanno usato spray al peperoncino e granate stordenti contro i manifestanti, mentre in quella di venerdì alcune persone sono state buttate a terra e schiacciate dalla polizia a cavallo.
Dopo lo scambio di accuse tra i protestanti che hanno definito le misure della polizia particolarmente repressive e dall’altra parte invece dove si è sottolineata l’aggressività da parte dei manifestanti a far notizia è che oggi, dopo che il governo canadese aveva espresso ufficialmente e con un tweet che la manifestazione sarebbe stata repressa senza indugio ma al contempo proclamandosi come difensore delle libertà costituzionali, si è utilizzato il pugno di ferro nei confronti dei manifestanti e dopo aver annunciato la scorsa settimana il ricorso all’EmergenciesAct le autorità hanno congelato i conti correnti di numerose persone ritenute coinvolte nelle proteste che hanno occupato la capitale Ottawa, lasciandoli di conseguenza senza disponibilità di soldi.
Mossa inedita contro i manifestanti per cui secondo quanto riporta la Cnn la Royal Canadian Mounted Police (RCMP) ha congelato un totale di 206 prodotti finanziari, inclusi conti bancari e aziendali e ha divulgato le informazioni di 56 entità associate a veicoli, persone fisiche e società che si trovavano in piazza. Infine ha bloccato un conto di elaborazione dei pagamenti del valore di 3,8 milioni di dollari.
Le autorità canadesi hanno giustificato la severa repressione come necessaria a causa delle chiusure sopraggiunte in città a seguito della protesta, spiegando che l’Agenzia federale per lo sviluppo economico dell’Ontario meridionale ha tuttavia messo a disposizione delle piccole imprese coinvolte nella chiusura del centro cittadino fino a 10mila dollari di risarcimento, i quali verranno attinti da un fondo specifico di 20 milioni di dollari.
Il ricorso all’EmergenciesAct per reprimere le proteste contro il Covid Pass da parte dei manifestanti del FreedomConvoyper quanto annunciato da qualche settimana, ha conferito al governo, per 30 giorni, poteri straordinari, tra cui quello di bloccare i conti correnti dei manifestanti e di aumentare i poteri delle forze dell’ordine, azioni che effettivamente sono state poste in atto in pieno.
Il governo canadese ha tuttavia garantito che le misure saranno applicate solo temporaneamente e in modo molto selettivo e al solo scopo di risolvere le situazioni più critiche ma il precedente ormai è dato e di certo, la mossa di bloccare i conti correnti dei manifestanti, in un’epoca in cui la moneta digitale sta sopravanzando sulla moneta fisica rischia di far presagire scenari sempre più cupi sulla legittimazione dei governi a reprimere in ragione di motivazioni sempre più discutibili.