Lady in the city – Meta-humans: c’era una volta l’essere umano

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Lady in the city - Meta-humans: c’era una volta l’essere umano

“Ecco una canzone mattacchiona che non ha ritmo e melodia… Forse anche il testo non funziona, quindi adesso vado via… Ehi, almeno fa rima!”

Care amiche e cari amici, continua così il mio focusverso la dimensione ibrida cui ci stiamo dirigendo. Ricorderete, l’articolo in occasione dell’intervista all’Ing. Maria Rosaria Lanza, per #terradarte . Ho chiesto al mio assistente Google di intrattenermi, mentre scrivevo questo pezzo ed eccomi servita! Ma.. qual è, il nostro rapporto con la moderna tecnologia e quale, quello con la realtà virtuale che si definisce Metaverso?

A pensarci bene, innanzitutto, occorre precisare che ci stiamo avvicinando al futuro gradualmente, a piccoli passi, già da un po’ di tempo. Difficile, immaginare oggi un mondo senza telefonini, assistenti virtuali, apps che ci aiutano nella vita quotidiana. Un cambiamento necessario, per l’evoluzione della nostra specie e che inevitabilmente dona a noi tutte e tutti innumerevoli vantaggi e benefici. Pensate alle nostre nonne, ai nostri nonni, davanti ad un semplice bucato: un’operazione difficile e faticosa che gravava anche sulla loro salute; oggi, basta cliccare un pulsante, o poggiare le dita su un sensore, per far avviare lavatrici ed asciugatrici, sollevando arti e schiena da un lavoro notevole.

Il punto è: quanto, di umano, è ancora in noi, in questo processo di metamorfosi continuo, che arriva a fonderci con il digitale ed il virtuale, con l’avanzare della scienza e della tecnica?

Personalmente, convengo con la filosofa Rosi Braidotti, quando sostiene che l’uomo inteso come essere di sesso maschile, bianco, europeo ed occidentale, non è più da tempo misura di tutte le cose; i tempi cambiano e rifiutarsi di guardarsi intorno è davvero un’operazione da illusi. Una nuova soggettività, una nuova identità, è quella che definisce la nostra umanità (e confluisce in un nuovo concetto di post-umanesimo), come un’entità ibrida di genere fluttuante, che si relaziona in una realtà digitale, virtuale aumentata e non soltanto in quella analogica. Siamo, in definitiva, degli ibridi di materiale organico ed inorganico, che modificano a propria immagine e somiglianza la natura e lo stato delle cose, arrivando a sconfiggere persino la morte, grazie ai progressi della medicina.

Pensiamoci bene. In quanti, tra noi, vivono con protesi artificiali, pacemakers, sostegno di apparecchi dotati di intelligenza artificiale? Quanti ancora, si relazionano con apps e strumenti di comunicazione virtuale, per raggiungere i propri scopi? Quante e quanti, tra noi, utilizzano strumenti virtuali di pagamento? Inutile, negarlo. Ci siamo già trasformati in meta-humans e stiamo avvicinandoci sempre più a quella realtà virtuale aumentata definita Metaverso, universo parallelo quasi estremizzazione dei videogames di nuovissima generazione; un luogo dove approdare grazie ad un pc, un cellulare e degli strumenti interattivi come il visore od altri accessori che consentano di proiettarsi nella realtà virtuale. Si accede con un proprio avatar, il nostro alter ego cui lo stesso facebook (società che oggi si chiama Meta non a caso) ci ha abituate ed abituati ed una volta dentro quella data “stanza”, partecipare collettivamente ad eventi, mostre, occasioni culturali quali quelle offerte da cinema e teatri, addirittura arrivando fino allo stesso shopping, in compagnia di tante altre persone; si potrà andare a cena con gli amici seduti comodamente sul proprio divano e chiacchierare amabilmente a margine di un incontro di lavoro. Potremo sposarci, prendendo esempio dal giapponese Akihiko Kondo, con l’avatar di una cantante pop disegnata in stile manga; innamorarci, ricambiati,di un sistema operativo dotato di intelligenza artificiale, come il Theodore Twombly di “Her” (film di Spike Jonze, Oscar per la migliore sceneggiatura originale del 2013, magistralmente interpretato – come sempre! – da uno straordinario Joaquin Phoenix e che consiglio assolutamente di vedere); recarci ad un Museocome MetaVanity (primo caso di editoria virtuale, voluto con decisione da Simone Marchetti, direttore di Vanity Fair), che si presenta come un museo di criptoarte la cui fruizione è possibile sia tramite l’apposita app Hadem (disponibile al momento solo per iOS), sia attraverso visori VR: disposte in circolo, attorno a una sfera galleggiante nell’aria, vi sono 12 stanze dedicate tanto a mostre personali quanto a due progetti speciali: una collettiva e l’esposizione di una collezione in NFT di copertine di Vanity Fair.Protagonisti, 19 nomi di punta della scena artistica digitale e crypto internazionale: Max Papeschi, Emanuele Dascanio, Quasimondo, Matt Kane, Skygolpe, Coldie, Jesse Draxler, Federico Clapis, Edo Bertoglio, Mimmo Dabbrescia, Neurocolor, Billelis, Fabio Giampietro, Vhils, Kyle Kemink, Luna Ikuta, Dangiuz, Gammatrace, Stefano Contiero.“Una nuova frontiera” – la definisce Marchetti: devo dirvi che ho provato personalmente l’esperienza ed è statadavvero molto emozionante.

Chiaro come tutto questo si presti ad una riflessione etica, nonché giuridica, sui rischi e pericoli reali che si incorrono viaggiando nel Metaverso, come già nei social e nel web, più in generale. Si pensi, ad esempio, ai cybercrimes.

Tra i crimini informatici che maggiormente interessano l’utente privato, spiccano le frodi tramite e-mail edinternet; il furto d’identità (vengono sottratte e poi utilizzate le informazioni personali); il furto dei dati finanziari, o dei dettagli delle carte di credito.

Tra i vostri messaggi, ho letto tante storie sul furto d’identità sui social (oggetto spesso di “cavallo di ritorno”) e tante sul furto di dati delle carte di credito. Molti, ancora, mi raccontavano di truffe via e-mail che hanno saputo prontamente riconoscere e verso le quali hanno potuto difendersi da sole e da soli. Nel Metaverso, così come oggi, sul web e sui social, non saremo esenti da questi pericoli. Sarà utilissimo, leggere questo articolo di approfondimento sul sito altalex.com scritto dal collega avvocato Mauro Domenici, cui vi rinvio con piacere, per conoscere cosa prevede il nostro ordinamento rispetto a queste condotte illecite.

Vi lascio con un saluto affettuoso, dandovi appuntamento come sempre a sabato prossimo sul mio spazio instagram, in diretta, per “LADY IN THE CITY” IGTV LIVE TALK ed a lunedì prossimo qui, per il nuovo contributo su RoadTv Italia, sempre per la mia storica rubrica settimanale “Lady in the city”.

Grazie a tutte e tutti voi, per l’affetto con il quale mi seguite e godetevi questi “consigli di lettura”: Rosi Braidotti, “Il postumano. La vita oltre l’individuo, oltre la specie, oltre la morte” Vol. 1, DeriveApprodi, 2020

Luciano Floridi, “Etica dell’intelligenza artificiale: sviluppi, opportunità, sfide”, Raffaello Cortina Editore, 2022