I due preziosi arazzi, dipinti a mano dai pittori Roberto Scielzo e Mario Carotenuto, simbolo identitario di Amalfi.
Sono in fase di restauro i gonfaloni del Corteo Storico di Amalfi. Un simbolo identitario fortissimo per tutta la civiltà amalfitana, che affonda le sue radici nella storia dell’Antica Repubblica Marinara.
Il primo, più antico, esposto nel Salone Morelli di Palazzo S. Benedetto, è stato dipinto dal pittore e scenografo napoletano Roberto Scielzo, artista eclettico che ha ideato anche i costumi del corteo storico del Capodanno Bizantino e consegnato il 28 giugno 1956.
Il secondo gonfalone, riproduzione dell’originale risalente agli anni ‘90, è stato realizzato da un altro grande artista, Mario Carotenuto, che nella sua pittura e nelle sue tele ha saputo trasporre la costiera amalfitana, di cui era originario. Il gonfalone di Carotenuto, che usa una tecnica particolarissima a gessetti, è andato a comporre l’allestimento del “Museo della Bussola e Ducato Marinaro di Amalfi”.
Entrambi i preziosi arazzi dipinti a mano saranno restituiti a breve ad Amalfi, riportati al loro antico splendore, in vista dell’imminente riallestimento del Museo: per questi interventi, l’Amministrazione Comunale ha investito circa 13mila euro, provenienti dall’imposta di soggiorno.
“Il restauro dei gonfaloni si inserisce in una più ampia azione di recupero e salvaguardia dei beni culturali minori – sottolinea il Sindaco di Amalfi Daniele Milano – Di recente la Giunta ha approvato anche il recupero della statua bronzea di Flavio Gioia e le lapidi commemorative e il pannello maiolicato di Porta della Marina. Si tratta di un progetto di riqualificazione che coinvolge diverse opere, tra cui anche l’antico galeone, in una pianificazione a lungo termine tesa alla rigenerazione urbana, avviata con la riqualificazione del piazzale antistante l’Arsenale della Repubblica e la realizzazione della nuova Piazza della Bussola. Un’area a forte vocazione turistica, porta di ingresso di Amalfi. Luoghi iconici, attraverso cui rivivono la storia e la cultura di Amalfi”.
I gonfaloni incarnano l’identità storica di Amalfi, rappresentata come una donna riccamente vestita di broccato, seduta nel seggio magno, con un leone e il mondo nella mano, a significare la fierezza della Repubblica Marinara, come recita il codice cinquecentesco contenente anche le Tavole Amalfitane. Nel testo si legge infatti: “una donna bella, vestita riccamente di broccato, assettata ad una seggia, con un leone in grembo et una palla seu mondo in mano, significando Amalfie essere bella et forte di sito et gente, et in pede d’essa uno verso quale diceva in questo modo: “Prima dedit nautis usum Magnetis Amalphis”. Verso, quest’ultimo, che costituisce la prima attestazione letteraria circa l’invenzione e la diffusione della bussola nautica da parte della repubblica amalfitana nel Medioevo.
“Restauro non soltanto per i beni immobili, ma anche del patrimonio comunale attraverso cui rivive l’antica repubblica marinara – sottolinea l’Assessore alla Cultura, Enza Cobalto – Il Gonfalone, che sfilava durante il corteo storico, rappresenta una sorta di totem per tutta la comunità amalfitana. Un segno di identità collettiva, che affonda in millenni di storia e che oggi contribuisce, insieme alle bellezze paesaggistiche, a rendere Amalfi unica nel mondo. Da sempre porto sul Mediterraneo, da Amalfi arriva un segnale di inclusione e incontro dei popoli. Meta dei grandi flussi internazionali, che arrivano in costiera amalfitana per viverne l’essenza e respirare la grandiosità della sua storia”.