Trenta aerei militari cinesi, tra cui 22 jet da combattimento, hanno fatto un’incursione nell’area di difesa di identificazione di Taiwan, provocando la reazione degli intercettori.
di Luigi Casaretta
Quasi non fanno più notizia le continue violazioni dello spazio aereo di Taiwan da parte degli aerei militari cinesi; questa volta trenta aerei militari cinesi, tra cui 22 jet da combattimento, hanno fatto un’incursione nell’area di difesa di identificazione (Adiz) di Taiwan, provocando la reazione degli intercettori; questa volta la coincidenza è per la visita sulla piccola isola, ritenuta “ribelle” da Pechino, della senatrice Tammy Duckworth, sempre in ottica di conferma della vicinanza politica e militare americana a Taipei.
Ma a far notizia, questa volta, sarebbe un audio choc trapelato una settimana fa e diventato virale su Twitter e Youtube in cui emergerebbe chiara la volontà di Pechino di attivare un’azione militare che innescherebbe – quasi certamente secondo le ultime dichiarazioni di Biden – una reazione statunitense.
La clip audio di 52 minuti riporterebbe il contenuto di un incontro segreto dell’Esercito popolare di liberazione cinese ed i vertici civili del Guangdong (la provincia nell’area del delta del fiume delle perle che costituisce il cuore dell’industria manufatturiera cinese ) per preparare l’invasione.I media occidentali non hanno potuto verificare in maniera indipendente l’autenticità della clip, considerata però attendibile da molti analisti e condivisa anche da Jennifer Zeng, un’attivista per i diritti umani nata in Cina, sul suo account Twitter. Zeng ha anche pubblicato la trascrizione sul suo sito web.
Sulla circolazione del file potrebbe essere stata la mano di Taiwan a diffonderla. I partecipanti all’incontro segreto includerebbero tra gli altri il maggiore generale Zhou He, comandante della regione militare del Guangdong, e WangShouxin, membro del comitato permanente del Comitato provinciale del Guangdong.
Nell’audio ufficiali e funzionari discutono l’istituzione di un comando militare-civile per organizzare la transizione della provincia di Guangdong dallo stato ordinario a quello di guerra. Gli ufficiali presenti all’incontro menzionano una serie di aziende private che verrebbero mobilitate per fornire alle forze armate cinesi capacità critiche in vista dell’invasione di Taiwan: la provincia di Guangdong dovrebbe appoggiare lo sforzo bellico in 20 differenti categorie, fornendo 239 differenti risorse e materiali, per un totale di 140mila uomini, 935 navi di vario tipo e 1.653 sistemi non guidati o a pilotaggio remoto. Altre risorse menzionate nel corso dell’incontro includono 20 porti e aeroporti, sei cantieri navali, 14 “centri di trasferimento di emergenza”, Ospedali, centri di trasfusione e mobilitazione per la difesa, stazioni di rifornimento e risorse come granaglie e carburanti, il tutto accompagnato da 15.500 militari riservisti e specialisti nel solo Guangdong; lo sforzo logistico affidato alla provincia includerebbe “sette risorse di guerra di livello nazionale”, incluse 64 navi da carico da 10mila tonnellate, 38 aeroplani, 588 vagoni ferroviari e 19 infrastrutture civili”. Non mancano i satelliti,in numero di 16 per l’osservazione ottica di precisione in orbita terrestre ultra-bassa.
L’analisi dell’audio pare suggerire inoltre la presenza all’incontro dei vertici del Partito comunista di Guangdong, inclusi il segretario di partito, il vicesegretario, il governatore e il vicegovernatore.
Sarà vero? Un falso? Di certo lo scontro resta vivo tra Cina e Taiwan.