De Laurentiis spegne le voci: “Assillato dai fondi, ho detto no a 900 milioni per il Napoli”

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Il patron azzurro, Aurelio De Laurentiis, conferma la volontà di non vendere il Napoli: “Voglio continuare a divertirmi”.

“Da un po’ di anni i fondi di investimento hanno visto che in Italia il calcio è una grande possibilità, una grande opportunità e hanno deciso di investire perché così possono magari raddoppiare il loro investimento, Milan e Inter insegnano. Io sono assillato dai fondi, non ne posso più. Nel 2017-18 mi hanno offerto dall’America 900 milioni di dollari per vendere il Napoli ma sono un imprenditore puro che si diverte a fare impresa, lasciatemi giocare ancora”. Così Aurelio De Laurentiis, presidente del Calcio Napoli, in un’intervista a “Wall Street Italia”.

“Un altro fondo mi ha offerto due miliardi e mezzo per dargli tutto, anche la Filmauro, ma non voglio andare in pensione, io mi diverto, sono eternamente in vacanza”. “Noi lavoriamo per i tifosi, con onestà, rispettando la maglia e cercando di fare gli investimenti corretti perché a far saltare il banco ci si mette nulla – dice ancora De Laurentiis – Io non ho mai giocato a calcio e non voglio fare l’allenatore, il portiere, la punta, il difensore o l’arbitro, sto alla finestra a guardare e in questi 18 anni qualcosa ho imparato. Faccio il mio mestiere come l’allenatore e il ds fanno il loro, nel rispetto del tifoso che è al centro della nostra attenzione”.

La proposta di De Laurentiis: un torneo con squadre dei 5 grandi campionati

“Prendiamo le prime sei squadre dei campionati di Francia, Inghilterra, Italia, Spagna e Germania e facciamo un secondo campionato europeo in parallelo a quelli nazionali”. È la proposta avanzata da De Laurentiis, ospite di “Wall Street Italia”. “Ero contrario alla Superlega perché non puoi fare un superclub di privilegiati che invitano gli altri, devi lasciare la porta aperta a tutti”, precisa il presidente del Napoli, secondo il quale però “il calcio è passione ma anche industria e non lo si può minimizzare o dimenticare. Abbiamo lasciato alle istituzioni del calcio di farla da padrona. Uefa, Fifa e le varie Federazioni dovrebbero operare come dei segretariati al servizio dei singoli club e invece loro sono i deus e noi i poveri feudatari”.

“Negli ultimi due anni, a causa di pandemia e recessione, il Napoli ha perso 220 milioni di euro – prosegue De Laurentiis – Ci stiamo leccando le ferite, recupereremo queste perdite in 4-5 anni e dobbiamo stare molto attenti. Ma il mondo del calcio non sa autogestirsi, facciamo il teatrino per gli altri, giochiamo senza pause, giochiamo 52-60 partite all’anno e se ne facessimo 100 sarebbero tutti felici e contenti. Perché giocare Champions, Europa League o Conference League? Perché l’Italia che ha vinto 4 Mondiali, nelle votazioni Uefa, conta un voto come San Marino? Perché serve per fare adepti e rimanere al comando il più a lungo possibile”.

Ecco perché, a detta di De Laurentiis, “i cinque Paesi europei più importanti devono fare una competizione europea che al martedì, al mercoledì e al giovedì prenda il posto di quelle farlocche, dove tutti devono giocare contro tutti”. Ma “i campionati nazionali non devono avere 20 squadre, bisogna eliminare la non omogeneità di valore delle squadre ed essere credibili per la quantità di tifosi che hai. Bisogna anche cambiare le regole, i giovani si annoiano”.

E a proposito del prossimo campionato, “sarà atipico, a singhiozzo, perché si è fatta questa stupidaggine di un accordo per il Qatar dove per forza si deve giocare il Mondiale d’inverno. Sarà un campionato annacquato da queste problematiche, di super grande allenamento. Siamo i fessacchiotti che pagano gli stipendi ai giocatori per mandarli in giro per gli altri”.