“Cantone Magistralis”

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Ha detto di non avere l’età, per poter dare lezioni.

Meno che mai una “Lectio Magistralis”, perché l’aver svolto indagini da Magistrato (grazie alle quali ricordiamo sono stati messi in ginocchio i capi storici del clan detto dei casalesi) o l’aver dato alle stampe un libro (due, libri: “Solo per Giustizia”, divenuto Best seller e “I gattopardi”, di grandissimo successo), non gli attribuisce titoli particolari per dare lezione alcuna, né per fare altro.

E va subito al punto, diretto, deciso: <Credo che in Italia vanno valorizzati i criteri della competenza  e non è detto che se qualcuno sia in grado di applicare la legge o di conoscere il codice penale, sia poi buono per fare anche altro>. Raffaele Cantone si presenta così, agli studenti ed al pubblico presente ieri, giovedì 24 febbraio, presso la Sala Galatea della Stazione Marittima di Napoli. La scuola per l’unità d’Italia e la Costituzione, il tema previsto.

Di più, molto di più, quanto offerto dal Magistrato.
Una lezione vera, a tutti, senza sconti, come nel suo carattere.
Incisivo, con quel suo stile che lo rende così piacevole all’ascolto; che ti costringe a riflettere, perché stimola naturalmente il pensiero.
“A me piace sopratutto il comma due, dell’art. 3 della Costituzione; quello che prevede che lo Stato debba rimuovere le condizioni che non permettono l’uguaglianza tra i cittadini” – gli occhi di Cantone si illuminano, riusciamo a percepire uno ad uno i battiti del suo cuore, veloci, arrivare fino a noi con passione – “ (l’art. 3 Cost.), è stato anche dimenticato nel momento in cui il principio dell’uguaglianza sembra essere messo sempre più in discussione, da comportamenti e prassi quotidiane”.
E’ amareggiato nell’affermare come le norme della nostra Carta Costituzionale siano poco conosciute dagli studenti: <Come si può uscire dalle scuole senza conoscere la Costituzione?>
Poi, plaude agli insegnanti “poco noti alle cronache, ma che svolgono un lavoro eccezionale, soprattutto nelle zone di frontiera”. E’ chiaro, quando afferma con forza che <Due parole sono in contrasto: cultura e criminalità.
Le persone “veramente colte”, non potranno mai scegliere di abbracciare la criminalità>.
Siamo ad un convegno organizzato dal Partito Democratico.
La stampa nazionale è tutta qui, per conoscere una risposta.
Quella che Cantone ha sempre dato e che non ha mai mutato.
Quanto giochino le aspettative di partito; quanto gli stessi meccanismi creati ad arte, per prendere tempo, alla ricerca di soluzioni alternative ai risultati a dir poco sconvolgenti delle primarie, che hanno gettato nuova luce, su una crisi annunciata, anche nelle fila dei democratici… beh.. è questione che non intendiamo affrontare.
Cantone non ha detto “No”, ieri.
E la differenza che passa tra lui ed altri sta in una parola, tanto sbandierata, ma poco applicata nei fatti: coerenza.
La conoscenza dei fenomeni rappresenta il vero argine, contro le mafie, sostiene il Magistrato.
Lo ha sempre affermato e ieri lo ha ribadito con forza: <Io credo che la scuola sia diventato da anni un argomento di scarso interesse.
La scuola – non quella della nozione, che pure è importante – rappresenta l’alternativa e tra le esperienze più belle, che ho fatto nelle scuole è quando mi sono recato in un Liceo della 167 (l’Elsa Morante ndr).
Non è vero che i ragazzi non sono interessati di questi temi, sono molto più attenti ai comportamenti che alle parole, sempre le stesse, che gli vengono rivolte come “pistolotti”.
La scuola ha un doppio ruolo: quello di preparare, di offrire cultura e di alimentare i sogni dei ragazzi>.
Raffaele Cantone termina il suo discorso, non preparato, ma spontaneo, nato guardando occhi negli occhi quei ragazzi che lo stanno ascoltando.
I flashes dei fotografi continuano in una danza forsennata, ad illuminare il suo viso. Sono le 19.30.
Gli applausi di un pubblico attento ed adorante accompagnano la sua uscita dalla sala.
Le telecamere si spengono. Cantone sorride e saluta tutti.
La lezione, di stile e di contenuto, noi l’abbiamo assorbita nell’anima, attraverso la pelle.
“The show must go on” – come in un refrain dei Queen –
Che la ricerca del candidato continui. Ma giù il sipario.
Che si spengano i riflettori politici, sul prof. Cantone.

Contro le Mafie

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