Italia amata dai turisti, Napoli tra le città preferite

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I punti forti indicati da chi è stato in Italia negli ultimi 5 anni sono cibo, cultura e accoglienza, insieme al costo del viaggio e delle attrazioni culturali

L’Italia è tra le mete preferite per le vacanze dei turisti stranieri in Europa. In particolare attrae di più i cittadini d’oltreoceano, con il 75% degli americani, e addirittura l’88% dei brasiliani che la indicano come la destinazione prescelta tra quelle del vecchio continente. Tra gli europei, i più propensi al viaggiare in Italia sono i francesi (74%), seguiti da tedeschi (70%) e inglesi (65%).

Emerge dallo studio condotto da Istituto Piepoli per Confturismo Confcommercio su un campione rappresentativo di viaggiatori americani, brasiliani, tedeschi, francesi e britannici, che insieme realizzavano, prima della pandemia, oltre il 42% degli arrivi e il 50% delle presenze e della spesa dei turisti stranieri in Italia. L’indagine sarà presentata al TTG Travel Experience di Rimini. Gli stranieri scelgono l’Italia perché la ritengono una meta “interessante, accogliente e sicura”.

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Le preferite sono le grandi città d’arte: Roma, Firenze, Venezia, Pisa ma anche Milano, Napoli, e mete turistiche come la Sicilia, la Costiera Amalfitana, il Lago di Como, il Lago di Garda. Per coloro che invece non hanno scelto di fare una tappa italiana, pur programmando un viaggio in Europa, le motivazioni sono determinate dal fatto che pensano di venire in Italia in futuro, sono già stati nel Belpaese in passato o lo considerano una meta costosa, soprattutto il target dei giovani (18-34 anni).

I punti forti indicati da chi è già stato in Italia negli ultimi 5 anni sono cibo, cultura e accoglienza, che però viene anche vista, insieme al costo del viaggio e delle attrazioni culturali, anche come aspetto negativo. Tra gli elementi da migliorare ci sono anche le infrastrutture e la pulizia. Gli stranieri hanno effettuato meno viaggi che nel 2019: in particolare i brasiliani -38%, tedeschi -31%, inglesi -27% e francesi -22%. Meno pesante l’impatto per gli americani che sono a -19%. Sono dunque gli Stati Uniti il mercato intercontinentale che più di tutti traina la ripresa.