Manca poco più di un mese alla giornata dedicata al contrasto della violenza di genere e nell’aria si sente già il profumo delle iniziative ad hoc.
di Anna Adamo
Manca poco più di un mese alla giornata dedicata al contrasto della violenza di genere e nell’ aria si sente già il profumo delle iniziative ad hoc, delle solite frasi fatte che abbiamo ormai imparato a memoria e che, per quanto utili possano essere, non sembra abbiano portato a chissà quale grande risultato, visto che il numero di donne vittime di violenza cresce a dismisura.
Una riflessione, quindi, non può non essere fatta.
Non ci si può non chiedere per quale motivo nonostante le tante iniziative promesse in questi anni, l’introduzione del codice rosso e tutto ciò che da un punto di vista legislativo è stato fatto dal momento in cui è nata la legge sullo stalking in poi, non si riesca mai a mettere fine a questo fenomeno.
Quello che è stato fatto è davvero abbastanza?
È davvero giusto? O sarebbe opportuno fare qualcosa in più?
Qualcosa che abbia come protagonisti i ragazzi che, non dimentichiamo, abbiamo la responsabilità di formare, di far si diventino gli uomini del domani.
Ebbene si, che piaccia o no, sono queste le domande che dobbiamo porci prima di fare qualsiasi cosa.
Forse la risposta ce l’abbiamo già, ma facciamo fatica ad ammetterlo.
Del resto, uno dei più grandi problemi che attanaglia gli essere umani è proprio questo, ammettere la verità, ammettere di non aver fatto abbastanza.
Si,è questa la verità.
Per contrastare il fenomeno della violenza maschile sulle donne non è stato fatto abbastanza e quello che è stato fatto non è poi così giusto come credevamo che fosse.
Occorre agire prima che sia troppo tardi.
Prima che ciò che facciamo non diventino altro che semplici parole portate via dal vento.
Tutti abbiamo il dovere di fare qualcosa.
Non possiamo stare a guardare mentre pensiamo che la cosa non ci riguardi.
La violenza, purtroppo, riguarda ognuno di noi e potrebbe, ancor prima che ce ne accorgiamo, coinvolgerci, renderci sue vittime.
Iniziamo dalle scuole, luoghi di formazione dei ragazzi.
Iniziamo dai ragazzi offrendo loro la possibilità di prendere parte a percorsi formativi che possano educarli all’ affettività.
Aiutiamo le donne a venir fuori dalle relazioni tossiche, a denunciare le violenze subite, ma soprattutto, non lasciamole sole dopo aver denunciato.
Diamo loro il supporto legale e psicologico di cui hanno bisogno.
Restuiamo loro la dignità attraverso un lavoro che possa consentirle di ritornare a vivere grazie all’ indipendenza economica.
È questo che occorre fare, non i momenti e le frasi ad hoc.
È questo ciò di cui le donne e i nostri ragazzi, per capire che la violenza non vada praticata, hanno bisogno.
Diamo loro questi strumenti.
Ora è il momento di fare la differenza.
Facciamola. Non rendiamoci complici di un fenomeno che miete ancora oggi più vittime di quante si possa immaginare.
Salviamo le donne con azioni concrete e insegniamo agli uomini ad amare le donne e non a violentarle.