Chi ama non dimentica: 2 anni fa la morte di Maradona

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Chi ama non dimentica: 2 anni fa la morte di Maradona

Il 25 novembre 2020 la scomparsa di Diego Armando Maradona: per il mondo il più grande calciatore di tutti i tempi, per Napoli qualcosa di più.

A due anni esatti dalla scomparsa, avvenuta il 25 novembre 2020, il Napoli, sui social, ricorda Diego Maradona. Bello il post intitolato “Diego eterno”, con una immagine dello storico numero 10 del club partenopeo impegnato in uno dei suoi famosi palleggi fra le nuvole di Napoli mentre sovrasta Fuorigrotta e soprattutto lo stadio adesso denominato proprio “Diego Armando Maradona”.

Il ricordo di Infantino

“L’ho sempre detto e posso ripeterlo solo ora, più convinto che mai: quello che Diego ha fatto per il calcio, per far innamorare tutti noi di questo bellissimo gioco, è unico. È, come lui, semplicemente immenso… Diego merita la nostra eterna gratitudine per questo, per averci stupito con il suo incredibile talento e sì, per essere stato così unico: per essere stato Diego Armando Maradona, una leggenda, un eroe e… un uomo”. Così Gianni Infantino ricorda Diego Armando Maradona nel secondo anniversario della sua morte. “Diego – aggiunge il presidente della Fifa – può essere eterno ora, ma per sempre, Diego avrà anche un posto di primo piano nell’incredibile storia di tutte le favole del calcio. Riposa in pace, caro Diego. Ti vogliamo bene”.

Il documentario di Pennac

A 2 anni dalla scomparsa di quello che è stato il più grande calciatore di tutti i tempi arriva su Sky Arte Daniel Pennac: Ho visto Maradona!, il documentario che racconta l’indagine creativa e surreale dello scrittore francese sull’impatto emotivo del mito Maradona nell’immaginario collettivo.

In esclusiva su Sky Arte venerdì 25 novembre alle 21.15, in streaming solo su NOW e disponibile on demand, è un racconto unico e originale che segue il processo di creazione e messa in scena di uno spettacolo teatrale su un tema appassionante e popolare come Maradona e il suo mito.

Il tutto a Napoli, palcoscenico e megafono del mito stesso.

Pennac racconta il Dio, il santo, l’icona, l’anti-eroe e il capro espiatorio, “San Diego” e l’ultimo dei Malaussène, unicamente attraverso l’impatto che il campione ha avuto sulla vita e sulle storie di persone comuni e maradoniani doc. Mentre costruisce lo spettacolo omonimo con la sua compagnia teatrale multietnica e girovaga, Pennac, meravigliato e innamorato della città di Napoli, ci regala un ritratto di Maradona inedito e appassionante.

Un’opera che ibrida il linguaggio teatrale e quello cinematografico e che diventa anche un viaggio attraverso Napoli, città allo stesso tempo protagonista e oggetto del documentario, palcoscenico e megafono del mito stesso di Maradona.

Per comprendere a fondo il legame viscerale che ancora unisce il calciatore argentino alla città di Napoli, Pennac si affida a tre partenopei doc: Luciano Ferrara autore dell’immagine iconica di Diego che sale per la prima volta gli scalini dell’ex Stadio San Paolo il 5 luglio 1984; Maurizio De Giovanni, che si sofferma sul racconto di quando il Diez improvvisò un palleggio per poi scagliare la palla verso le tribune; e Roberto Saviano, testimone di quando i tifosi napoletani ammainarono le bandiere dell’Italia e cominciarono a sostenere Maradona durante Italia-Argentina dei Mondiali del ’90.