Secondo l’Enciclopedia Treccani la solidarietà, sul piano etico e sociale è “il rapporto di fratellanza e di reciproco sostegno che collega i singoli componenti di una collettività sulla base del sentimento di comune appartenenza a essa e di condivisione di un’identità collettiva”.
Il filosofo Bertrand Russel, diceva che “L’umanità è una sola famiglia con interessi comuni. Di conseguenza la collaborazione è più importante della competizione”.
J.Habermas afferma il valore sociale di una“solidarietà permanente”.
Solo considerazioni filosofiche, ormai datate? In anni segnati dalla competizione e dall’esaltazione mediatica dell’io, parlare di solidarietà potrebbe suonare stonato. Eppure in queste settimane si resta colpiti da molti eventi contraddistinti proprio dalla solidarietà. Tra tanti stupisce, anche per le sue dimensioni, il Pranzo di Natale della Comunità di Sant’Egidio, che quest’anno compie 40 anni: dalle 47 persone sedute a tavola nel 1982, quest’anno erano più di 80mila in Italia e più di 250 mila in tutti i continenti. Senza contare le decine di migliaia di volontari che hanno reso possibile il miracolo di un Natale per tutti. Le tavole dei Pranzi di Natale, apparecchiate in tanti angoli del mondo, hanno rappresentato una luce per tanti poveri, dalla basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma, fino alle periferie dell’Africa, alle carceri, all’Ucraina tormentata dalla guerra. E anche a Napoli, dove in più di 60 pranzi, oltre 7000 poveri hanno sperimentato il calore dell’amicizia: anziani soli, persone senza fissa dimora, migranti e profughi, famiglie in difficoltà che hanno ritrovato con gioia gli amici volontari che incontrano ogni settimana. Una grande festa, ricca di immagini di gioia e di familiarità (vedi www.santegidio.org) tra persone che altrimenti resterebbero separate da destini divergenti.
Un anziano spagnolo ha detto “Per me il Pranzo di Natale è il giorno più belloche aspetto tutto l’anno, perché ritrovo la mia grande famiglia di amici.” Lo dice a Napoli anche un giovanevenuto a servire a tavola insieme alla sua famiglia, portando – vestito da Babbo Natale – ad un suo amico homeless una busta con regali personalizzati: “Questo è il vero Natale: non quello patinato della pubblicità, ma trascorrerlo con le persone a cui tieni e da cui sei voluto bene: solo che anzichè essere in 8,qui siamo in 300, ma il climadi famigliaèlo stesso”. Insomma la solidarietà che diventa concreta, tangibile, contagiosa, come dimensione ordinaria e felice della propria vita. A partire da eventi come questo viene da pensare come la sfida cruciale dei prossimi anni per le nostre società, sia ritrovare il senso di appartenere a un’unica comunità di intenti: “una sola famiglia” direbbe B. Russel.Alloral’augurio a tutti è: Buon 2023 di solidarietàpermanente!