Napoli, voragine a Secondigliano: sgomberati 20 alloggi

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Napoli, voragine a Secondigliano: sgomberati 20 alloggi

Sono venti gli alloggi sgomberati dagli edifici vicino alla voragine di via del Cassano, a Napoli, nel quartiere Secondigliano.

Sono venti gli alloggi sgomberati dagli edifici vicino alla voragine di via del Cassano, a Napoli, nel quartiere Secondigliano, interessati dalla diffida emanata dalla Protezione Civile. Lo rende noto il Comune, aggiungendo che i nuclei residenti hanno già individuato autonomamente sistemazioni alternative, mentre proseguono gli interventi avviati già da questa mattina dalle squadre di ABC Napoli, l’azienda speciale che gestisce le risorse idriche.

Il crollo nella notte tra sabato e domenica

Una voragine si è aperta la notte tra sabato e domenica nella carreggiata di via del Cassano a Secondigliano, periferia di Napoli. Lo sprofondamento è avvenuto gradualmente – probabilmente a causa della pioggia che si abbattuta in modo copioso per tutta la notte sul capoluogo partenopeo – a partire dalle ore 3,30 senza coinvolgere alcun mezzo. Sul posto immediato l’intervento della Protezione Civile e dei vigili del fuoco. Nelle prime ore della mattinata di ieri la voragine si è ulteriormente allargata fino a raggiungere un diametro di dieci metri e circa otto di profondità.

La diffida a entrare negli appartamenti a rischio

La voragine al momento risulta di circa 200 metri quadrati di superficie e otto metri di profondità, “con tranciamento dei sottoservizi fognari, idrici e condotta gas e cavi elettrici e telefonici sospesi”, secondo un sopralluogo effettuato dal Comune. Nel corso del sopralluogo è stato constatato che il terreno perimetrale della voragine, costituito da pozzolana e lapillo, iniziava a franare avanzando in direzione di alcuni fabbricati di via del Cassano, con pericolo per le fondazioni. E dunque, non potendosi escludere un ulteriore aggravamento del dissesto, tenuto conto anche dell’allerta meteo gialla e a tutela della incolumità delle persone, la Polizia municipale si è messa all’opera per “identificare e diffidare dal praticare, fino ad eliminazione del pericolo, i residenti” degli immobili ritenuti più a rischio.