Non è possibile stare in silenzio in questa situazione: i ragazzi che perdono la vita nel nostro territorio sono vittime di una tragedia culturale, soprattutto. Sono sdegnato.
Dopo la rabbia fortissima, e il dolore terribile per ciò che stanno provando le famiglie delle vittime, ricordo che dobbiamo essere testimoni attivi, abbiamo l’obbligo di creare cultura, unico antidoto a queste e altre tragedie che purtroppo nell’estate 2023 si stanno moltiplicando. Non intendo la cultura in senso ludico, come intrattenimento, ma come fattore di sviluppo della sensibilità civile.
Non ci sono differenze, nella assoluta amarezza, tra questa tragedia e i fatti di Caivano. Sono figli del nostro territorio, del nostro Sud. Muoiono o vengono violentati per via dello stesso male, il degrado culturale. Non siamo più attenti se un giovane viene ucciso al centro della città o, come Cutolo, era un artista: addolora e indigna lo stesso, noi abbiamo il dovere di attivare quanti più possibili presidi per arginare il fenomeno. Non parlo della militarizzazione del territorio come pure si è sentito dire: ripeto, è un tema di consapevolezza e sensibilità. Scuola, lettura, attivismo sociale e lavoro: solo così possiamo fronteggiare la battaglia in corso. Perché sì, questa è una guerra vera, così come è un’emergenza di carattere umanitario il tramonto della cultura tra i giovani del Mezzogiorno perché fornisce il terreno a dinamiche sciagurate come queste.
Le parole del Presidente di Campania Legge – Fondazione Premio Napoli, Maurizio de Giovanni, sull’omicidio di Giovanbattista Cutolo, giovane orchestrale napoletano ucciso a 24 anni in piazza Municipio da un 16enne per un parcheggio.