L’inferno della movida, nel centro di Napoli 35 bar in pochi metri: “Il sindaco da che parte sta?”

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L'inferno della movida, nel centro di Napoli 35 bar in pochi metri: "Il sindaco da che parte sta?"

I residenti dei vicoli tra piazza Dante e piazza del Gesù, stremati dai rumori notturni, hanno deciso di rivolgere il loro appello sotto forma di petizione, sottoscritta in poche ore da decine di cittadini, al sindaco Manfredi.

“E’ l’inferno della movida”. Non usano mezzi termini i residenti dei vicoli tra piazza Dante e piazza del Gesù per descrivere la loro annosa convivenza con i decibel degli impianti stereo ed il chiasso dei clienti di 35 locali ammassati in poche centinaia di metri in pieno centro storico.

Dopo numerosi appelli alla municipalità e denunce alle forze dell’ordine i residenti, sostenuti dal Comitato vivibilità cittadina, hanno deciso di rivolgere il loro appello sotto forma di petizione, sottoscritta in poche ore da decine di cittadini, al sindaco Manfredi.

“Una serie di scellerate decisioni – è scritto nell’appello al primo cittadino – hanno trasformato questi vicoli (Cisterna dell’Olio, Via Capitelli e vico Quercia) in locande a cielo aperto che chiudono battenti ed amplificatori all’alba dopo aver costretto a notti insonni tutti noi”.

A supporto della petizione i residenti hanno prodotto dei video dove si vedono centinaia avventori dei locali stipati tra tavolini e sgabelli.

“Quando abbiamo tentato di mediare con i gestori dei bar – racconta uno dei residenti – ci e’ stato risposto che ci dobbiamo rassegnare e che il loro business, visto che sono muniti di regolare licenza, prevale sul nostro disagio. E come la mettiamo con la nostra salute visto che da anni non si dorme più?”.

I residenti sono preoccupati per la prossima apertura di nuovi locali, alcuni dei quali temono possano essere adibiti a discoteche, attività già chiuse in passato per mancanza di requisiti di sicurezza.

“Il sindaco – chiedono i residenti – deve chiarirci da che parte sta. Con i gestori dei bar che non riconoscono alcuna regola di civile convivenza o dalla nostra parte. Cittadini che confidano proprio nella pubblica amministrazione affinchè quelle regole vadano rispettate”.