Riceviamo e pubblichiamo
Lo sciopero generale del 20 ottobre 2023 proclamato, a livello nazionale, dai sindacati CUB, SGB e SI COBAS ha interessato tutte le categorie di lavoratori, pubblici e privati. Tra le principali rivendicazioni: l’adeguamento dei salari all’inflazione, l’abbassamento dell’età pensionabile, la difesa del Reddito di Cittadinanza, maggiori controlli di sicurezza sui luoghi di lavoro e maggiori investimenti nei servizi pubblici, a partire da scuola e sanità, che invece si continuano a tagliare per finanziare le guerre. Tra Napoli e dintorni, sono pervenuti interessanti segnali di adesione allo sciopero da vari settori come quelli degli appalti alla sanità e alla pubblica amministrazione, aziende di trasporto pubblico locale (in ANM le corse procedono a singhiozzo fin dalle prime ore di questa mattina), aziende di logistica e dal comparto scuola (in particolare docenti e ATA dell’area flegrea e della zona vesuviana).
Tra le iniziative realizzate sul territorio dai vari sindacati di base, SGB ha tenuto in mattinata un presidio dimostrativo davanti alla sede della Giunta regionale della Campania al centro direzionale, un presidio a cui hanno partecipato lavoratori privati (soprattutto degli appalti), dipendenti pubblici e disoccupati. C’è stato anche un significativo momento di partecipazione di un comitato di attivisti per la difesa del Reddito di Cittadinanza.
Al megafono si sono susseguiti interventi sia contro il governo Meloni sia contro la giunta De Luca, entrambi portatori di una politica contro i lavoratori e contro le masse popolari. In particolare, l’intervento di SGB ha ricordato le gravissime responsabilità della regione Campania sul mancato controllo sulle condizioni di lavoro e di sicurezza sui luoghi di lavoro sanitari in appalto ai privati e sui licenziamenti per rappresaglia dell’azienda EPM s.r.l che lavora per conto dell’ASL Napoli 2 Nord. I manifestanti hanno chiesto per il tramite delle forze dell’ordine di incontrare l’assessore Marchiello, dopo che SGB aveva già presentato apposita richiesta da diversi giorni. L’assessore regionale al Lavoro, per l’ennesima volta, ha fatto sapere di non essere presente in regione. Se questa cosa fosse veritiera, Marchiello rientrerebbe tra i massimi assenteisti della Pubblica Amministrazione in Italia.
Durante l’intero presidio è stato presente un pupazzo raffigurante il presidente del Cnel Renato Brunetta, ironicamente vestito da operaio. È stato ricordato come il CNEL stia operando non solo contro una legge efficace sul salario minimo ma soprattutto per far legiferare sulla rappresentanza sindacale attraverso cui saranno imposti a tutti i lavoratori le pessime condizioni salariali stabilite dai contratti firmati da CGIL CISL e UIL come il recente contratto dei servizi fiduciari bocciato, lo scorso 2 ottobre, dalla Corte Costituzionale.