“Natale in casa Cupiello”, di Lello Serao

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"Natale in casa Cupiello", di Lello Serao
Foto di Anna Camerlingo

E’ passato un mesetto dal Natale eppure ancora in quesi giorni si sente l’eco di una delle opere più preziose ed amate delle feste natalizie, ovvero il “Natale in casa Cupiello” di Eduardo De Filippo attraverso le sue infinite rivisitazioni. Non tutte degne di attenzione, in verità, anzi tutt’altro. Spesso abbiamo assistito a forzature su contenuti e forme che hanno deluso pubblico e critica in lungo e largo per la Penisola. Decisamente innovativa, invece, ci è parsa la rappresentazione dell’opera eduardiana offerta dai Teatri Associati di Napoli al Teatro Area Nord TAN.

Ma chi sono i Teatri Associati di Napoli? Sono e rappresentano un sodalizio nato nel novembre 2014 dall’incontro tra Libera Scena Ensemble e Interno5, due realtà storiche di differenti generazioni che scelgono di avviare un percorso condiviso al fine di avvicinare centro e periferia. Questo sodalizio gestisce il TAN nel quartiere di  Piscinola nell’area nord di Napoli che dal 2015 è  sede di residenze artistiche multidisciplinari e, dal 2018, è Centro di Residenza della Campania sotto la sigla C.RE.A.RE Campania. Ospita una stagione teatrale osservatorio sulla nuova drammaturgia nazionale ed internazionale all’interno di un progetto denominato #ConfiniAperti.  Ha prodotto negli ultimi anni lavori di registi e autori tra cui Carlo Cerciello, Marcello Cotugno, Davide Iodice, Fabio Pisano e Lello Serao.

E partiamo proprio da quest’ultimo, il regista Lello Serao che abbiamo apprezzato prima, durante e dopo lo spettacolo nel gremito TAN di Piscinola. Dal dietro le quinte e dagli uffici di questa produzione ci piace, insiema lui, giungere al cuore ed alla genesi di questo spettacolo, “lunga e contrappuntata da ritardi e continue modifiche – ci ha infatti spiegato il regista Lello Serao – ovvero una caratteristica di questo testo avendo subito, anche da parte del suo autore, cambiamenti che si sono succeduti dalla prima edizione del ‘31 fino alla definitiva consacrazione in forma compiuta degli anni ’70. Il progetto nasce da un’idea di Luca Saccoia e Vincenzo Ambrosino che ha preso corpo dall’incontro con il sottoscritto e lo scenografo Tiziano Fario.

Il presepe è l’orizzonte dentro cui si muove tutta l’opera sia in senso reale che metaforico; il presepe è l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in una umanità rinnovata e senza conflitti, ma è anche la rappresentazione della nascita e della morte, è il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, è la miscela tra passato e presente, è una iconografia consolidata e al tempo stesso da destrutturare di continuo, il Presepe si rifà ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere e non piacere.

E’ proprio da questa ultima affermazione che siamo partiti, cosa è diventato quel Tommasino, Nennillo, così come lo appella la madre, considerandolo un eterno bambino? Come si è trasformato dopo quel fatidico si sul letto di morte del padre?” Domande e risposte che in scena si sono susseguite con estrema delicatezza nei confronti di un Eduardo De Filippo amato in ogni passaggio di questo lavoro.

“Ci abbiamo provato in ogni modo a dare risposte – aggiunge Lello Serao – immaginando che Tommasino abbia pronunciato quel si convinto, che da allora in poi, dovesse esserci un cambiamento, pensando che non fosse solo un modo di accontentare il padre morente, ma che fosse l’inizio di un percorso nuovo, di una nascita, così come il Presepe racconta. Ecco allora Tommasino farsi interprete a suo modo di una tradizione, eccolo testimone di un rito e di una rievocazione di fatti e accadimenti familiari comici e tragici che hanno segnato la sua vita e quella di quanti alla rappresentazione prendono parte. Per farlo, per rendere ripetibile il rito Tommasino si serve di pupazzi, di figure che si rianimano dentro i suoi sogni/incubi, che continuano a riaffacciarsi ogni anni come il Presepe e i suoi pastori. Si lascia sorprendere ancora una volta dalle storie che questi raccontano, vi prende parte, gli fornisce le battute, riaccarezza il sogno di Luca Cupiello di smussare i conflitti attraverso il rituale del Presepe. Tommasino aspetta il pubblico come fossero i Re Magi portatori della buona novella”.

Eccolo il “Natale in casa Cupiello” per attore cum figuris di Eduardo De Filippo, un mirabile progetto a cura di Interno 5 e Teatri Associati di Napoli, ideazione di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia con Luca Saccoia e regia di Lello Serao. Lo spazio scenico, le maschere ed i pupazzi sono a cura di Tiziano Fario, i costumi di Federica del Gaudio e le musiche originali di  Luca Toller. Assai importante il disegno luci di Luigi Biondi e Giuseppe Di Lorenzo con il prezioso laboratorio di figura a cura di Irene Vecchia nell’ambito più generale delle scene di Ivan Borrelli, le luci e fonica di Mattia Santangelo e la lungimirante produzione a cura di Hilenia De Falco.