Legends, Zola: “Addio Spalletti ha condizionato la stagione del Napoli”

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Legends, Zola: "Addio Spalletti ha condizionato la stagione del Napoli"

“LEGENDS ci vediamo a Napoli”, il noto programma televisivo che dà voce alle leggende del calcio, in occasione dell’ultima puntata, ha avuto due SUPER OSPITI: ANTONIO CARECA E GIANFRANCO ZOLA.

Gli ex campioni azzurri si sono raccontati ai microfoni di Alessandro Renica, Raffaele Di Fusco e Jolanda De Rienzo, tra passato, aneddoti, il calcio di oggi e il futuro. Ma a rendere perfetta la serata è stata anche una grande sorpresa con un VIDEO INEDITO IN ESCLUSIVA di EZEQUIEL LAVEZZI, tornato dopo tanto tempo a farsi rivedere.

ANTONIO CARECA

È tra i 20 giocatori più forti di sempre. Nella Hall of Fame del calcio mondiale e brasiliano. Arriva a Napoli nell’estate del 1987 per 4 miliardi di lire, dove diviene il terminale dell’attacco, contribuendo a formare il trio chiamato “Ma.Gi.Ca.” Maradona, Giordano e Careca entrano a pieno diritto nella storia del calcio!

Il 15 marzo 1989 nel ritorno dei quarti di finale della Coppa UEFA contro la Juventus dapprima si procura un calcio di rigore trasformato da Maradona e poi al 119º minuto è suo il cross che consente a Renica di infilare per la terza volta nell’incontro Tacconi, evitando i calci di rigore e consentendo al Napoli di approdare alla semifinale col Bayern Monaco. Quella Coppa UEFA, poi vinta, è l’unico trofeo europeo nella bacheca del Napoli. Con la maglia azzurra vince anche il primo storico scudetto e una Supercoppa Italiana.

GIANFRANCO ZOLA

Leggenda del Chelsea con cui vince due Coppa d’Inghilterra, una Coppa di Lega Inglese, un Charity Shield, una Supercoppa UEFA e una Coppa delle coppe. È uno degli attaccanti italiani più forte di sempre e in Italia muove i primi passi in serie A nel Napoli di Maradona, vincendo Scudetto e Supercoppa Italiana. Vince anche in campo europeo con il Parma.

Nel 2004 è inoltre insignito dell’onorificenza di Ufficiale onorario dell’Ordine dell’Impero Britannico per i meriti sportivi conseguiti durante la sua permanenza nel club londinese, mentre nel 2023 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano.

Due volte candidato al Pallone d’Oro, ‘The Magic Box’ ha giocato oltre 100 partite con la maglia del Napoli e ha girato il mondo da allenatore. Oggi è vice Presidente della Lega Pro.

Ecco l’INTERVISTA INTEGRALE a ZOLA andata in onda giovedì sera alle ore 19.30 su SPORTITALIA, e contemporaneamente su SPORTFACE e NAPOFLIX, nella nuova puntata di “LEGENDS ci vediamo a Napoli”, una produzione Nexting. L’intera puntata, con tutti gli altri appuntamenti, è disponibile on demand sull’app SPORTFACE TV (tv.sportface.it).

Cosa non ha funzionato quest’anno nel Napoli?

“Secondo me sono due i fattori che hanno in qualche modo condizionato la stagione quest’anno. Il più importante, senza dubbio, che sia andato via un allenatore come Spalletti, che la scorsa stagione è stato straordinario nel dare a questa squadra un’idea e una identità di gioco veramente vincente. E l’altro probabilmente è stato il fatto che molti giocatori giovani hanno fatto fatica, dopo lo scudetto vinto, soprattutto all’inizio, a riproporre lo stesso rendimento dell’anno scorso. E questo ha influito su quello di tutta la squadra, che non è riuscita più a ripetersi”.

Cosa ha rappresentato Maradona per te?

“Diego era già il mio calciatore preferito già prima di conoscerlo, poi sono arrivato a Napoli e ho potuto giocare con lui. Cosa che, come ho sempre detto e continuo a ripetere, è stata una delle più grandi fortune che potessero capitarmi. Ho potuto imparare dal migliore di tutti, apprendendo tante cose che mi hanno veramente cambiato la vita. Era un grandissimo esempio. Tutto quello che faceva la domenica, ma anche durante gli allenamenti era veramente inestimabile. Dal crescere con lui ne ho tratto tanto beneficio e non avrei potuto raggiungere i livelli che ho raggiunto se non avessi avuto una persona di così grande ispirazione davanti a me.”

Ci racconti un aneddoto sulla tua esperienza napoletana?

“Ne ho davvero tanti, però uno a cui sono molto legato e che conservo con piacere nel cuore, è quello del giorno della vittoria dello scudetto nel 1990, in casa, con il gol di Baroni. Io e mia moglie decidemmo di andare in giro per la città con un vespino e non potrò mai dimenticare la gioia di tutti i napoletani in strada mentre celebravano il tricolore. Abbiamo potuto toccare da vicino, quasi con mano, la contentezza della gente di Napoli. E’ stato di una bellezza unica. E sapere di aver contribuito a dare una parte di quella felicità è una delle cose più gratificanti che ho avuto nella mia carriera, di cui vado veramente molto orgoglioso”.