Davide Inda presenta il libro “Amal” martedì 17 settembre

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Martedì ️17 settembre, alle ore 17.30, al Giardino di Maria di Villa Volpicelli, si terrà la presentazione del romanzo “Amal” di Davide Inda.

Una storia d’amore che unisce questione palestinese e duosiciliana

I posti sono limitati, perciò è necessario prenotarsi per ricevere le info organizzative. L’evento potrebbe essere annullato per condizioni meteo sfavorevoli: controllare social, mail e whatsapp 1 ora prima.

Prenotazioni: giardinoposillipo@gmail.com

IL ROMANZO

Amal e Giuanin sono in procinto di sposarsi. Durante i lavori di ristrutturazione della casa appena comprata, stringono amicizia con l’anziano capo operaio, Yassin, che proprio come Amal è un emigrato palestinese. In occasione dei loro incontri, il vecchio ricorda con dolore le drammatiche vicende che ha vissuto in patria. Simultaneamente racconta ai due fidanzati le tragiche vicissitudini di Don Peppino, un siciliano emigrato nel nord Italia a seguito della conquista del Regno delle Due Sicilie (il palestinese era bambino quando aveva conosciuto Don Peppino, lucido ultranovantenne). Così Yassin, riportando un gran numero di storie vissute o ascoltate, con la struttura narrativa a catena di un racconto nel racconto, propria de Lu cunto de li cunti e de Le mille e una notte, ripercorre la storia dei due popoli, quello duesiciliano e quello palestinese. In tal modo anche Giuanin, napoletano emigrato al Nord, scopre di appartenere a un popolo dimenticato e oppresso, oggi disgiunto. Ne esce rafforzato il valore della memoria, i personaggi prendono coscienza di quanto l’epopea dei loro padri sia intrecciata e iniziano a guardare con profondità diversa alla figura dell’immigrato. La frammentazione dei due popoli produce una narrativa frammentata, seguendo le orme dei letterati arabi del calibro di Al-Karrat, Al-Takarli, Barrada e Khury, e si traduce nella dissoluzione dell’asse spazio-tempo, in cui numerosi flash back e anticipazioni impediscono il flusso lineare della narrativa. Tutto va a gonfie vele tra i due ragazzi finché Amal nega al fidanzato di aver avuto una storia con Jacopo e quando Giuanin capisce di essere stato ingannato si sente tradito e la lascia. Lo scontro è tremendo, anche tra le due famiglie, e ciò rende impossibile una riconciliazione tra i due. In realtà Amal (chiara allegoria dei due popoli) è stata stuprata, ma la sua famiglia le ha da sempre addossato la colpa della violenza subita, ragion per cui è cresciuta col complesso di inferiorità e il senso di vergogna che le impediscono di raccontare la verità a chiunque. A seguito di un incidente, Giuanin cade in coma, ma Amal si vergogna di andarlo a trovare in ospedale perché adesso anche la famiglia del ragazzo la ritiene una donna dalla reputazione dubbia. Stremata dalla situazione, inizia un percorso di psicoterapia e parte per la Palestina, dove realizza di sentirsi, alla stregua di Giuanin, apolide nel suo stesso paese. Il viaggio suscita una riflessione sul tema del ritorno, sul comportamento ambiguo dei paesi arabi e dà la possibilità ad Amal di toccare con mano e senza alcun filtro il dramma quotidiano che vive il popolo palestinese. Lei ha acquisito nuova consapevolezza di sé, supera la vergogna ed i sensi di colpa per un atto deplorevole che non ha commesso, ma di cui è vittima, quindi si reca al capezzale di Giuanin e gli racconta finalmente tutta la verità, recuperando la dignità perduta. Il ragazzo si risveglia dal coma. Solo attraverso la conoscenza della verità i due ragazzi riconquistano la propria identità e tornano insieme, riuscendo così a realizzare i loro sogni: lui si iscrive all’università e lei diventa una scrittrice. La versione ufficiale della realtà viene ridicolizzata attraverso l’ironia. Giuanin, alienato dalla classe politica italiana, ritenuta ipocrita nei confronti del Mezzogiorno, decide di non andare più a votare, mentre Amal riflette sull’importanza della letteratura e sul ruolo dell’intellettuale moderno. Il romanzo è raccontato dai punti di vista dei due protagonisti e la frammentazione delle società si realizza attraverso la giustapposizione di stili letterari diversi. Sono presenti discorsi, dialoghi, sogni, monologhi interiori, flussi di coscienza. La narrazione passa bruscamente dalla prima alla terza persona, dal passato al presente e viceversa. Le allitterazioni sono inserite nella prosa, nella quale confluiscono addirittura i versi poetici. Viene data voce ai vinti e agli emarginati per illustrare una differente versione della storia. Malgrado all’interno del racconto i più anziani siano reticenti ad accettare una verità di cui non sono mai stati a conoscenza e lo scontro generazionale esploda con impeto, si fornisce al lettore una nuova prospettiva della realtà con l’obiettivo di esercitare un’influenza sulle generazioni future, promuovendo un cambiamento culturale.

L’AUTORE

Davide Inda è un docente di Italiano per Discenti Stranieri. Ha insegnato in una Scuola Internazionale per vari anni e attualmente tiene un corso OFA per gli studenti dell’Università
Politecnico di Milano. Fervente meridionalista, appassionato di Medio Oriente, ha concluso gli studi di arabista dopo aver vissuto e studiato in diversi paesi arabi.