L’UE ha previsto anche un Piano efficienza energetica per obiettivo 2020
Mentre la Commissione dell’Unione Europea fissa per l’8 marzo la presentazione per la sua “Road Map” per il passaggio ad un’economia a basso contenuto di carbonio nel 2050, in Italia le principali associazioni di settore si appellano al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano affinché ”non firmi il decreto legislativo” sulle rinnovabili approvato il 3 marzo 2011 dal Cdm.
Secondo le associazioni Aper (Associazioni produttori energie fonti rinnovabili), Asso Energie Future, Asso Solare, e il gruppo delle imprese fotovoltaiche italiane (Gifi) – riunite in una conferenza il 4 marzo a Roma – il provvedimento presenta ”profili di incostituzionalità”’. Inoltre fin da subito promettono, qualora dovesse essere promulgato, di scendere in piazza e ricorrere nelle competenti sedi europee.
Secondo Stefania Piscitelli , l’avvocato che ha ricevuto il mandato dalle associazioni: “in un solo articolo, vengono violate un enorme numero di norme costituzionali” riferendosi all’art. 25 ai commi 9 e 10 del decreto legislativo, con in riferimento ”alla riduzione da tre anni a tre mesi dei tempi per poter ricevere gli incentivi”. Inoltre, ”viene violata l’intesa con le Regioni” raggiunta su un testo diverso da quello approvato in Cdm. C’e’ nel testo anche ”un eccesso di delega” con riferimento all’articolo 76 della Costituzione, e in più si viola ”la Carta dei diritti europei in seno alle aspettative” delle persone.
Quanto accade in Italia è in forte contrasto con le nuove strategie “verdi” che saranno presentate l’8 marzo dalla Commissione Europea. L’obiettivo per quella data fissato dall’Ue prevede un taglio delle emissioni di CO2 fra l’80% e il 95% entro il 2050.
Il documento, annuncia Bruxelles, fornirà ”percorsi pragmatici ed efficienti dal punto di vista dei costi per i settori economici chiave, per raggiungere l’obiettivo”. Lo stesso giorno la Commissione europea presenterà anche un piano sul fronte dell’efficienza energetica. L’Unione europea infatti non raggiungerà il suo target di aumento del 20% dei risparmi di energia se gli Stati membri non compieranno qualche sforzo in più. Mentre il piano prevede nuove misure per arrivare all’obiettivo del 2020, la road map mostra come ulteriori investimenti in tecnologie pulite ed efficienti possano portare a tagli più elevati di CO2 nei prossimi decenni.
Questi investimenti, secondo la Commissione Ue, comporteranno benefici in termini di stimolo di una nuova crescita economica ”verde”, di conservazione e creazione di nuovi posti di lavoro, ma anche per la riduzione della dipendenza dell’Europa dalle importazioni di energia. La maggior parte degli investimenti dovrebbero essere coperti da un risparmio sulle importazioni di petrolio e gas.
FAS