Questa mattina oltre 2000 persone hanno preso parte alla funzione religiosa per l’ultimo saluto a Margaret Thatcher, presente anche la regina Elisabetta insieme con il consorte principe Filippo. Era la sua seconda volta al funerale di un primo ministro, dopo quello di Winston Churchill nel 1965.
Il Big Ben è rimasto muto.
I funerali celebrati nella cattedrale di St. Paul sono stati solenni, con gli onori militari, ma non di Stato, in linea con la volontà della Lady di ferro, eppure non sono mancate le proteste di alcuni manifestanti che, ritenendo le esequie “uno spreco di denaro assurdo”, hanno voltato le spalle al passaggio del feretro della Thatcher.
“Il Governo chiude gli ospedali ma trova 10 milioni di sterline per il funerale dell’ex Premier”, e ancora: “non siamo contenti di pagare per il funerale della Lady di ferro”! Questi sono solo alcuni degli slogan della protesta, segno che l’era “Thatcheriana” ha prodotto nella società britannica dei veri e propri anticorpi nei confronti di un personaggio politico che, continua a dividere l’opinione pubblica, anche dopo la sua dipartita.
“Iron Lady? Rust in peace” queste parole scritte su un muro, fotografate e condivise in rete, offrono un esempio del cosiddetto humour inglese. “Arrugginisci in pace”, infatti, è l’augurio di chi si è sentito schiacciato dagli undici anni in cui l’Inghilterra è stata rimodellata dal “ferro” della Lady.
La risposta del Premier britannico David Cameron ai dissidenti non si è fatta attendere, poco prima dell’inizio dei funerali ha chiarito che la gente ha il diritto di non essere d’accordo, ma allo stesso tempo ha affermato che è appropriato mostrare rispetto per la morte di una donna di 87 anni, “la prima donna ministro, che è rimasta in carica per il periodo più lungo in 150 anni”.
Diego De Vellis