Turchia – nuovi scontri nella notte e ventiquattro arresti a Smirne

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di Maria Stella Rossi

“L’esecutivo ha imparato la lezione. Non abbiamo il diritto e non possiamo permetterci di ignorare la gente. Le democrazie non possono esistere senza l’opposizione” queste sono le parole che il vicepremier turco Bülent Arinç ha pronunciato in conferenza stampa poche ore fa tentando di allentare quella tensione che in Turchia è ormai salita alle stelle, ma nelle principali città del Paese le proteste continuano senza sosta, così come anche gli scontri tra manifestanti e polizia.

Questa notte ad Istanbul e ad Ankara le forze dell’ordine, nel tentativo di fermarle la folla che in gran massa si stava dirigendo verso gli uffici del primo ministro, hanno utilizzato gas lacrimogeni e idranti, mentre nel sud del Paese, a confine con la Siria, sono rimasti feriti due agenti e tre manifestanti.

Le proteste ormai non riguardano più soltanto l’abbattimento del Gezi Park: i manifestanti chiedono anche le dimissioni del premier filo-islamico Erdogan, il quale nei giorni scorsi ha addirittura puntato il dito contro uno dei più popolari social network del mondo, twitter.

Erdogan l’aveva definito come “una cancrena della società” e sempre durante la notte, mentre nelle strade turche impazzavano gli scontri, a Smirne la polizia ha arrestato 24 persone e ne sta attualmente cercando altre 14 con l’accusa di aver incitato tramite twitter i disordini che da giorni infestano il Paese e aver fatto propaganda contro il governo.

Nel frattempo anche le principali cancellerie europee e l’amministrazione statunitense sono preoccupate per l’ampiezza delle proteste. In merito alla situazione si è espresso Joe Biden, il vicepresidente degli Stati Uniti, affermando che “il Paese non deve deviare dal percorso democratico. Il futuro della Turchia appartiene al popolo turco e a nessun altro, ma gli USA non possono rimanere indifferenti”.

12:18
05/06/2013