Trapani, un sogno chiamato serie B

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di Giuseppe Polise

Chiamatelo sogno, chiamatela favola, a Trapani la chiamano Serie B.

Boscaglia e i suoi ragazzi, sono riusciti nell’impresa, sfuggita per un soffio la scorsa stagione, mettendosi alle spalle le più blasonate, Lecce e Cremonese e le attrezzatissime Carpi e SudTirol. Questa splendida storia di sport, dimostra una volta ancora, ove mai ce ne fosse stato bisogno, che passione, competenza e programmazione, nel calcio, spesso pagano più di cospicui investimenti.

Una squadra costruita con giudizio, dal presidente Morace (napoletano doc) e dal ds Faggiano, sullo zoccolo duro di quella che aveva ottenuto la promozione dalla C2 alla  C1, e con i giusti innesti, rispetto a quella che solo un anno fa, aveva sfiorato l’impresa, perdendo la finale con il Lanciano di Gautieri.

Mancosu, Abate, Caccetta, Lo Bue sono sono alcuni dei protagonisti di questa splendida cavalcata culminata con la vittoria del girone.

Alla base di questa formazione, infatti, non ci sono primedonne, ma c’è il gioco, quello che mister Boscaglia, tra i migliori tecnici, non solo della prima divisione, ha saputo dare a questi ragazzi. Un 4-4-2 che in alcune occasioni diventa 4-2-4, e che ha permesso al Trapani, di vincere e convincere, di divertire e di ottenere risultati clamorosi, di regalarsi lo storico derby con il Palermo.

Azzardiamo un pronostico, la stagione prossima, seguendo la linea tracciata in questi anni, il Trapani sarà tra le rivelazioni della prossima stagione.