Attentato al capello di Maradona: la storica “reliquia” trasferita all’interno del bar Nilo

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di Giuliana Gugliotti

Ha attratto per decenni milioni di turisti con quella sua aura tra il sacro e il profano, e oggi non c’è più.

D’ora in poi, tutti coloro che vorranno dare uno sguardo all’altarino in onore di Maradona, contenente anche un suo (presunto) capello, dovranno entrare all’interno del bar Nilo. Il tempietto, posto all’inizio di via san Biagio dei Librai, adiacente a piazzetta Nilo, è misteriosamente scomparso. Il perché è semplice: alcuni ragazzini, giocando, avevano attentato all’integrità dell’altarino che per molti napoletani, tifosi incalliti e nostalgici dei bei tempi calcistici del Pibe de Oro, rappresenta una reliquia sacra.

In particolare, spiegano i proprietari del bar che cura il tempietto a Marco Perillo de “Il Mattino”, si è staccata la base ed è stato rotto un pezzo del primo scudetto dipinto sul legno.

L’altarino è stato sostituito con alcuni quadretti di più recente e meno preziosa fattura, con l’immagine del nuovo mito cittadino (nonostante le ultime polemiche): Edinson Cavani. Chissà se anche a lui toccherà in futura sorte la beatificazione del popolo, come è stato a suo tempo per Maradona.

Certo, di Diego ce n’è uno. Ma tanto, con i tempi che corrono, ormai nemmeno più i “santi” possono stare tranquilli.

 

(foto: il Mattino)